Milano, 50.000 in piazza per la Costituzione
È sicuramente andata al di là di ogni più rosea aspettativa la manifestazione nazionale in favore della Costituzione promossa a Milano, in occasione della festa della Repubblica, da un ricco cartello di associazioni nazionali e locali che hanno risposto ad un primo invito della CGIL: ANPI, ARCI, Libera, Libertà e Giustizia, le ACLI della Lombardia, la Casa della Carità, le associazioni Adesso Basta e Punto Rosso, la Casa della Cultura, Il Popolo Viola di Milano. Poche invece le bandiere di partito invece, ufficialmente non aderenti alla giornata in difesa della Costituzione. Assenze importanti quelle di CISL e UIL, sulle quali nessuno ha avuto da ridire.
Filo conduttore dell’iniziativa il sostegno alla proposta di legge presentato da due illustri costituzionalisti quali Valerio Onida e Gustavo Zagrebelsky che istituisce il 2 giugno come “Festa della Repubblica e della Costituzione”, in ragione del legame indissolubile tra la lotta di Liberazione che ha portato, al termine della Resistenza, alla nascita della Repubblica e la Carta Costituzionale, suggello di un nuovo e più solido patto di cittadinanza tra gli italiani.
In un primo momento, i dubbi degli organizzatori sul buon esito della manifestazione erano legati alla reale partecipazione in piazza, considerato il lungo ponte festivo che ha interessato molti, ma la risposta è stata assolutamente confortante, tanto che alla fine si è stimato essere almeno di 50.000 – 30.000 secondo la Questura di Milano – il numero delle persone che, sotto un sole battente, hanno preso parte al corteo svoltosi nel pomeriggio del 2 giugno. Il via è avvenuto ai bastioni di Porta Venezia e la conclusione si è avuta in piazza Castello, dopo l’attraversamento del centro della città.
Nell’appello, che è stato sottoscritto dalle realtà promotrici, si ricorda che la Costituzione è la base della libertà nel nostro Paese, perché contiene le fondamenta del tessuto democratico e in essa si trovano i valori di riferimento per gli italiani: dalla proclamazione e il riconoscimento dei diritti umani alla partecipazione di tutti i cittadini alla vita sociale e politica del paese, tramite la rimozione degli ostacoli che impediscono l’effettivo esercizio dei diritti di cittadinanza; dall’uguaglianza di fronte alla legge al divieto di qualsiasi tipo di discriminazione; dall’autonomia e la separazione dei poteri tra loro alla laicità dello Stato. Un passaggio fortemente sottolineato inoltre è stato il deciso richiamo ad eseguire le riforme che servono per rinnovare l’Italia nel solco dei principi e delle procedure stabilite a tutela di tutti, in particolare delle minoranze.
“La Costituzione – si legge infine nel documento – è come un albero, radicato nella terra in cui nasce e cresce. Si può potarlo o innestarlo, ma non si può sradicarlo dalla sua terra, senza farlo morire. Facciamo del 2 giugno la ricorrenza civile e popolare per imparare, ridestare e tenere svegli i valori fondanti della Repubblica e della Costituzione”.
Una volta percorso il tragitto previsto, i manifestanti si sono ritrovati in piazza Castello. Qui, nel corso di un breve happening condotto dall’attrice Ottavia Piccolo, i rappresentanti delle sigle che hanno promosso l’evento si sono alternati nella lettura dei primi dodici articoli della Costituzione. Tra una lettura e l’altra, sul palco si sono succeduti anche alcuni relatori.
Il primo a prendere la parola è stato il presidente delle ACLI della Lombardia Gianbattista Armelloni, che ha ricordato il sacrificio di molti uomini politici provenienti dalle schiere del cattolicesimo democratico durante la Resistenza e l’impegno di altrettanti di loro nella ricostruzione del nostro paese, alla fine della seconda guerra mondiale. Il dirigente aclista ha invitato a non abbassare la guardia in un momento come questo che richiede il massimo di partecipazione civile e di vigilanza democratica.
È stata poi la volta del presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Roberto Natale che ha ricordato come la stampa sia in questo momento sotto attacco, non solo per il paventato bavaglio che scatterebbe una volta approvato il DDL Alfano sulle intercettazioni, ma anche per la continua opera di delegittimazione da parte della politica: “Non vogliono giornalisti che fanno domande scomode e se le fanno, il premier, con grande maleducazione istituzionale come è avvenuto martedì sera nel corso di Ballarò, sbatte giù la cornetta”. Natale ha infine rimarcato il diritto ad essere informati da parte dei cittadini ma ha fatto anche autocritica per la mancanza di approfondimento e informazioni su temi caldi, quali il lavoro.
Grande enfasi alla necessaria relazione che deve esserci tra le diverse generazioni è venuta dal discorso di Raimondo Ricci, presidente nazionale dell’ANPI: “Dobbiamo essere in grado di comunicare ai giovani i valori della Costituzione. Abbiamo bisogno dei giovani, anche all’interno della nostra associazione, perché non ne vadano dispersi i contenuti, soprattutto in relazione ai principi costituzionali fondamentali per la nostra democrazia”.
Ultimo degli interventi programmati quello del segretario generale della CGIL Guglielmo Epifani. Riallacciandosi a quanto detto da Ricci, ha dichiarato che il suo sindacato è pronto a difendere i diritti dei giovani, “ma non si metta questa scelta contro i diritti degli anziani”. Epifani ha criticato pesantemente il Governo per non aver ammesso la crisi economica per molto tempo e per poi essere corso al riparo con una manovra che penalizzi quanti pagano regolarmente le tasse: “Tremonti sostiene che la Ue ci proibisce di inserire nuove tasse per giustificare il fatto che in Italia continuino a pagare sempre i soliti. Allora perché Merkel e Zapatero hanno introdotto misure a carico dei redditi medio alti?”.
Nelle parole del segretario della CGIL anche l’orgoglio per aver coniugato nel ricordo della Repubblica anche la Costituzione e l’annuncio di una opposizione intransigente ad ogni suo stravolgimento. Al termine della manifestazione è stato dato spazio alla musica con la Banda di viale Padova e i Friser che hanno rilanciato i canti della Resistenza.
La manifestazione è stata seguita in diretta radiofonica da Radio Popolare di Milano e RadioArticolo1, la radio della CGIL.
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