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Intercettazioni: Ingroia,emendamento 007 ostacola indagini

Da ANSA il . Istituzioni

«Se viene approvato l’emendamento, avremo una opportunità investigativa in meno. Tutti chiedono la verità su quella stagione. Ci vorrebbe una maggiore attenzione per favorire le indagini anzichè ostacolarle». Lo dice in un’intervista alla Stampa il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, che indaga sulla «trattativa» tra Cosa nostra e pezzi dello Stato tra ’92 e ’93 a proposito dell’emendamento sulle intercettazioni che stabilisce di opporre il segreto di Stato per le comunicazioni degli 007. Sulle dichiarazioni che Vito Ciancimino, l’ex sindaco mafioso di Palermo, rese nell’interrogatorio del 17 marzo del 1993, in cui svelò l’esistenza della trattativa con il Ros dei carabinieri e parlò dell’identità del mediatore-ambasciatore dei Corleonesi, Antonino Cinà, Ingroia spiega che «era venuto meno il presupposto di credibilità». «Non volle mai riconoscere i suoi rapporti con Cosa nostra. Per quasi un anno lo interrogammo – spiega – e si riteneva già un collaboratore per i suoi rapporti con i carabinieri. Erano già diverse settimane che lo andavamo a sentire a Rebibbia, e avremmo continuato a farlo fino al 1994. Per mesi e mesi, Ciancimino provò a dimostrare la sua volontà a collaborare. Certo – prosegue -, ci raccontò dei contatti con i carabinieri del Ros ma li rappresentò in funzione di un piano per infiltrarsi dentro Cosa nostra. Che credibilità poteva avere quando denigrava Falcone, accusandolo di essere manovrato da Andreotti?». «Al contrario di suo figlio Massimo – aggiunge Ingroia -, che sin dall’inizio ha raccontato i rapporti del padre con Provenzano». «Quando il generale Mori propose di interrogare Vito Ciancimino – conclude Ingroia -, accennò a contatti con lui propedeutici alla possibilità che decidesse di collaborare. Nel 1993 non c’era traccia di papello e trattativa. Con il senno di poi, intese farsi interrogare in una chiave difensiva». Il problema delle indagini sui mandanti esterni alle stragi, conclude, «è se si riescono ad acquisire prove in grado di reggere il dibattimento».

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