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Dal Castello Mediceo, l’ordine di fare antimafia a colpi d’arte e cultura

Di Aldo Cimmino il . Campania

La resurrezione civile del Castello
Mediceo. Un tempo residenza del boss Raffaele Cutulo, è stato, oggi,
lo scenario della terza tappa del “Festival dell’Impegno Civile”,
l’unico in Italia a conciliare espressione artistica, memoria e
impegno perché si svolge interamente nei vari beni confiscati della
Campania. Attualmente sede dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio,
il Palazzo di Ottaviano, antica fortezza e successivamente
trasformato in residenza signorile da Bernardetto de’ Medici, fu
comprato dal boss e trasformato in quartier generale della “Nuova
Camorra Organizzata” che Cutolo provvedeva a dirigere anche dalle
carceri di Poggioreale prima e di Ascoli Piceno dopo. Nel ’91 fu
confiscato ed è tornato a essere impronta storica e artistica della
città di Ottaviano. Come tale non poteva non essere luogo di
discussione e confronto tra i vari attori delle legalità. Tra questi
Geppino Fiorenza, referente regionale di Libera Campania e Valerio
Taglione, coordinatore provinciale di Libera Caserta. Da Isaia Sales
a Marcello Ravveduto ma anche Stefano Corradino di “Articolo 21”
e Marino Sinibaldi, direttore di Radio Rai 3. Tutti a sottolineare
l’importanza della cultura e dell’informazione nella lotta alle
mafie ma, in special modo, ponendo  al centro dell’attenzione
i beni sottratti alla criminalità organizzata.

 «I beni oggetto di confisca –
ha detto Isaia Sales, quest’anno componente del comitato
scientifico del Festival, sono il risultato delle relazioni che i non
mafiosi e i non camorristi instaurano con i mafiosi e i camorristi,
sono il frutto – continua Sales, di profitti ottenuti con la
violenza. Ecco l’essenza dei camorristi». Di fronte, dunque, a un
bene di provenienza illecita, di appartenenza camorristica, lo Stato
deve mostrare i muscoli attraverso, non tanto e non solo l’aspetto
repressivo, ma mediante la confisca e soprattutto il loro effettivo
riutilizzo sociale. Spesso luoghi che raccontano di vite spezzate, 
di cui è fondamentale ricostruirne le appartenenze illecite e le
storie di morte, dalle quali far nascere l’impegno della memoria.

Significativa, infatti, la presenza di
due esponenti del coordinamento dei familiari delle vittime innocenti
di camorra. Presenti  la sorella di Mimmo Beneventano, Rosalba,
e la figlia di Marcello Torre, Annamaria. Entrambe strettamente
legate a quel luogo “mediceo” che fu ridefinito, non senza
suggestioni, il Castello di Cutolo. Da quelle stesse stanze, oggi
colme di società civile, associazioni, comitati di lotta civile e
cittadini attivi per la legalità e contro le mafie, partirono gli
ordini mafiosi del boss di ammazzare Mimmo Beneventano, il 7 novembre
1980 e Marcello Torre l’11 dicembre dello stesso anno. Un
consigliere comunale di Ottaviano e un sindaco di Pagani che decisero
di negare il favore e di onorare i diritti. Scelsero di stare dalla
parte dello Stato e della legalità e pagarono un prezzo altissimo.
«Ma in questi luoghi dove si praticava la cultura della morte – ha
detto Annamaria Torre – oggi si inneggia alla vita». E tra le mura
di quel Castello, le stesse che sentirono pronunciare l’ordine di
morte per l’allora Sindaco di Pagani, Annamaria Torre conclude con
la lettura del testamento morale di suo padre.

Dunque la nuova frontiera di
un’antimafia che oggi è innanzitutto sociale. Si affianca quindi
all’antimafia giudiziaria, della magistratura e delle forze
dell’ordine, quella dei cittadini e di quanti, attraverso il loro
contributo anche professionale, si pongono come obiettivo la
proposizione di modelli alternativi di società e cittadinanza
attiva.

La terza giornata del Festival è stata
anche l’occasione per ribadire il ruolo fondamentale che
l’informazione ha avuto, da Mario Francese a Giancarlo Siani, nella
lotta contro le mafie e il malaffare. Premi, a cura dell’associazione
“Articolo 21”, infatti sono stati consegnati, a Roberto Morrione
e Marino Sinibaldi per il loro impegno profuso a difesa della libertà
di stampa, tra l’altro gravemente a rischio se dovesse passere il
ddl sulle intercettazioni attualmente al vaglio delle Camere. 
 
 

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