No, i bambini di Gaza no!
Forse avete letto della devastazione del campo estivo per bambini che è avvenuta ieri su una spiaggia di Gaza City. Circa 30 uomini con il volto coperto hanno distrutto e incendiato un campo costruito dall’UNRWA, l’agenzia Onu per i profughi palestinesi, che accoglie bambini vittime di tensioni e violenze. Tutti gli indizi portano a pensare che gli autori siano fondamentalisti islamici che già nel passato avevano accusato gli operatori dell’agenzia ONU di diseducare i bambini palestinesi insegnando valori come il perdono e la coesistenza. D’altra parte anche Hamas ha le sue strutture per l’infanzia. Il fanatismo è sempre odioso, ma supera ogni limite quando si abbatte su quella zona franca dell’umanità che sono i bambini. Lasciarli liberi di costruire un futuro diverso dal presente in cui sono condannati a vivere nella Striscia di Gaza è la sola scommessa che resta in una terra solcata dall’odio e ferita dalla violenza. Se anche l’educazione diventa palestra di vendetta compromettiamo anche il domani oltre ad aver perso l’oggi. Solidarietà a John Ging, responsabile dell’Unwra nella Striscia e minacciato di morte, e a Filippo Grandi, commissario Unrwa, che abbiamo conosciuto personalmente e di cui ammiriamo l’impegno. Da oggi abbiamo un motivo in più per dire che il loro lavoro va nella direzione giusta e non li lasciamo soli.
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