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Beni confiscati, il tour del disuso

Di Aldo Cimmino il . Campania

Uno scheletro sovrastato da tralicci
elettrici in mezzo alle abitazioni. Cosi si presenta il fabbricato di
via Passariello a Casalnuovo di Napoli. Confiscato circa dieci anni
fa al clan Egizio, oggi versa in una condizione di completo
abbandono. Entrarci è facilissimo, basta superare un piccolo
ingresso di ferro arrugginito e si è dentro. Chiunque vuole può
addentrarsi, dato che non vi è nessuna messa in sicurezza che ne
impedisca l’accesso. Il comune di Casalnuovo si attivò, già dalla
confisca, per capire quale soggetto potesse essere interessato alla
riutilizzazione. In un primo momento si pensò all’Asl locale, la
quale concluse anche accordi con il comune. Poi successivamente,
forse per l’eccessiva onerosità delle spese dovute al ripristino
del bene, forse per la presenza dei tralicci elettrici, che a detta
dell’Asl avrebbero portato conseguenze per la salute dei cittadini,
l’accordo definitivo per l’assegnazione non fu mai concluso.

Ma oggi, in quello scheletro di cemento
e ferro c’è di tutto perfino furgoni abbandonati con ancora le
targhe e l’indicazione di una società di detersivi e saponi, “Soap
s.a.s.”, che adesso passerà al vaglio degli inquirenti. Non è
l’unico caso. A distanza di circa 4 km, in zona Pomigliano d’Arco,
altro bene inutilizzato, o meglio utilizzato ma non con destinazione
d’uso sociale. Nei cinque box sequestrati al clan Fabbrocino, oggi
è presente uno dei supermercati “Dico”. L’assurdo, il
supermercato paga un canone di locazione all’Agenzia del Demanio,
che ne detiene ancora la proprietà, per utilizzare un bene
confiscato nel quale si svolge un esercizio commerciale. Certamente,
l’attività della “Dico”, non è tra quelle con finalità
sociali, così chiaramente scritto nella legge tanto voluta
dall’associazione Libera, che nel 1995 raccolse circa un milione di
firme. Resta ancora un box auto, inutilizzato, e appartamenti che
sono in possesso del locale Comando dei Carabinieri e che il Comune
di Pomigliano ha concesso, con delibera datata 2009, l’uso gratuito
degli immobili come abitazione per dipendenti.

Al Comune appartiene anche un altro
fabbricato sottratto direttamente a Mario Fabbrocino. “Associazione
polisportiva comunale” dovrebbe essere questa la destinazione, ma
di fatto mai un’iniziativa pubblica, mai la presenza di qualcuno
che ci mettesse piede. Moltissimi, invece, sono i “piedi” abusivi
che, nel mese di settembre di ogni anno, calpestano circa sette
ettari di terreno in località Mandrile nel Comune di San Gennaro
Vesuviano. Il terreno, confiscato ancora una volta a Mario
Fabbrocino, diventa infatti, in quel periodo dell’anno, un enorme
parcheggio abusivo d’auto. A causa proprio della “Fiera
Vesuviana”, fiera dell’artigianato che da sempre il Comune
organizza in collaborazione con l’Istituto Agrario di San Gennaro,
sono anni che al terreno, di proprietà del Demanio e quindi non
ancora rientrante nel patrimonio del Comune, gli viene imposto
questa destinazione arbitraria, diventando oggetto anche di ulteriori
interessi economici illegali.

In un primo tempo le auto venivano
posizionate sulla parte anteriore a fronte strada, ma la cosa fu
contestata dalle forze dell’ordine. Dall’oggi al domani sul
terreno sorse una sorta di collinetta, forse cumuli di rifiuti, che
tagliando trasversalmente il terreno, ne impedisce la visibilità di
una parte. Ebbene dietro questa collinetta venivano posizionate le
auto nascondendole agli occhi delle autorità. Non solo ma ogni tipo
di rifiuto, da pneumatici a parti di veicoli, a tubi di plastica e a
interi frigoriferi, “ornano” quei sette ettari di terreno. Dunque
riutilizzare i beni sottratti alle mafie è vitale per una comunità
che voglia riscattare le proprie terre. Perché al di là delle
concrete difficoltà, spesso economiche, con le quali le
amministrazioni comunali si devono scontrare, la dove c’è da
utilizzare un bene, solo da utilizzare, questo deve essere vissuto e
restituito ai cittadini. Solo in questo modo lo Stato dimostra di
voler vincere le battaglie per il controllo questa volta legale, del
territorio.

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