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Polveriera Scafati

Di Luigi Spera e Roberto Iovino il . Campania

Nato da un’idea del governo nazionale con l’intenzione di rilanciare il settore dell’edilizia in profonda crisi, già a Roma, il piano casa era finito ben presto in un vortice di polemiche, per il rischio di speculazioni. Le linee guida di Palazzo Chigi, trasferite alle regioni per competenza, hanno visto la giunta Bassolino con l’assessore Gabriella Cundari, inserire tra gli articoli di legge anche la possibilità di costruire civili abitazioni per il 100% del volume, in siti produttivi dismessi da almeno tre anni. Ebbene, sulla base di questa legge regionale già approvata, con la possibilità di effettuare delle modifiche attuative, la giunta del Comune di Scafati ha provato a forzare la mano, tentando, senza riuscirci, un vero e proprio blitz: il sindaco ha apposto la firma a una proposta di delibera che prevedeva la possibilità di costruire anche, nelle aree delle aziende che “intendessero” delocalizzare i loro siti. 

Un’evidente speculazione edilizia nonché un regalo ingiustificato per alcuni settori dell’imprenditoria locale, messi nella possibilità di guadagnare non poco, trasferendosi a cuor leggero verso le varie aree del “Piano Insediamenti Produttivi” da riempire. E i siti coinvolti non sarebbero pochi, visto che in città molte industrie  conserviere sono finite per essere inglobate da centri abitati, in espansione grazie a una campagna edilizia selvaggia. Il piano secondo indiscrezioni sarebbe stato gestito dalla municipalizzata Acse, un’altra forzatura non di poco conto se si pensa che il principale compito dell’azienda attualmente, è la raccolta e lo stoccaggio comunale dei rifiuti. Qual è il nesso tra la rifiuti e piano casa? Un’operazione del genere sarebbe stata salutata con piacere da molti, ma da qualcuno anche di più. Per esempio da presidente e amministratore della municipalizzata in questione, entrambi casualmente, proprietari titolari o gestori di siti produttivi. Scoperto il caso, è stato chiesto al sindaco di riferire su una deliberazione simile. Ebbene quando la gravità dell’atto è stata sottoposta a Pasquale Aliberti, il sindaco ha fatto marcia indietro, dichiarando che probabilmente aveva firmato la delibera, probabilmente per errore, perchè inserita tra alcuni documenti che attendevano la sua firma. Una leggerezza, un’altra.  

La proposta è  stata cestinata, ma chissà che non possa in qualche modo spuntare tra i vari dispositivi relativi al nuovo Piano Urbanistico Comunale, altra nota dolente. Urbanistica è sinonimo di lavori, appalti, denaro. Così anche a Scafati dove, prima che ne venisse varato uno, si sono costruiti palazzi a perdita d’occhio, spuntati come funghi tra gli anni ’80 e inizio ’90. Dopo quello scempio fu adottato un piano estremamente restrittivo. Ora, è il momento di modificarlo in vista del nuovo Puc. Pianificazione questa che ha attirato l’attenzione dalla commissione comunale di garanzia dove durante una riunione è stato messo agli atti un parere del “Centro studi consulta tecnica” sul quadro geologico della città, in merito all’individuazione di nuovi siti edificabili. Il documento, suffragato dalla relazione di un tecnico in commissione, mette in guardia gli amministratori su una serie di anomalie procedurali sulla selezioni delle aree edificabili. Il geometra Ciliberti ha spiegato: “L’architetto incaricato dello studio preliminare, non conosce a fondo sotto tutti gli aspetti il territorio scafatese  in quanto in una tavola del 2007 ci sono dei vincoli ed in seguito risulta che una zona inedificabile ed in alcune zone viene ridotto il rischio sismico, quindi ci si chiede se esiste o no il rischio sismico in quelle aree. C’è una citazione – ha proseguito – del geologo che spiega dove andare a costruire e ci sono delle contraddizioni sul territorio e non viene spiegato dove c’è il rischio sismico ed idrogeologico“. Come dire, un’altra leggerezza! Tra una falla e l’altra, un’incertezza e l’altra, una distrazione e l’altra, gli amministratori scafatesi gestiscono però molti soldi. E ancora di più saranno quelli che arriveranno a breve in città. Trenta milioni di euro circa di finanziamenti europei del piano “Più Europa”. Tanti da fare drizzare le antenne a tutti. Imprenditori puliti, politici onesti, ma anche speculatori, faccendieri e criminali. La speranza è che non ci scappi qualche leggerezza.  
 

Leggerezze che cominciano a essere troppe. Tra le tante rilevate finora c’è ne una che ha attirato la Guardia di Finanza negli uffici comunali, dove sono stati raccolti documenti finiti nelle mani dei magistrati della Procura di Nocera Inferiore che hanno avviato delle indagini. In barba al regolamento comunale, la giunta avrebbe impropriamente deciso di affidare deleghe e competenze non solo agli assessori ma anche a consiglieri. Viste le troppe leggerezze l’interrogativo che si pone la società civile è semplice: quanto la politica è oggi in grado di dare risposte chiare alle aspettative di una città e di una regione impregnate di illegalità diffusa, nel pieno della crisi economica e industriale, dove la più grande fabbrica del sud è la criminalità organizzata? Quella camorra spa che, pure sempre presente, è tornata prepotentemente all’assalto. (fine)

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