NEWS

Intercettazioni. Approvato emendamento governo in commissione al Senato

Fonte: gliitaliani.it il . Istituzioni

In realtà il dibattito non c’è, casomai qualche rissa e
poi una prova di forza da parte del governo sulle teste perfino dei
senatori della maggioranza che hanno una sola parola d’ordine da
rispettare: obbedire. E subito. Perché il governo ha fretta, molta
fretta.

La commissione Giustizia del Senato è riuscita ad approvare, nella
tarda serata di ieri, l’emendamento del governo al ddl intercettazioni
che di fatto riscrive tutta la procedura necessaria ad ottenere
l’autorizzazione per il controllo delle utenze. La’’rovazione
all’emendamento è arrivata nel corso di una seduta notturna, e del tutto
straordinaria, trattandosi di lunedì quando a palazzo Madama di solito,
di prassi, non c’è neppure l’ombra di un senatore. Se l’aula del Senato
e poi la Camera in terza lettura dovessero confermare le nuove norme
imposte dal governo, al pm che volesse ricorrere al prezioso strumento
delle intercettazioni non basterebbero più i “gravi indizi”, ma
serviranno “specifici atti di indagine” che provino la responsabilità
dell’indagato o delle altre persone che si vogliono controllare,
materiale di prova che attualmente viene dalle intercettazioni stesse.
Inoltre non ci sarà possibilità di nessuna proroga agli ascolti oltre i
75 giorni. Nell’emendamento del governo si stabilisce che anche le
riprese visive vengano effettuate in luoghi che appartengono agli
indagati o a soggetti che, sempre «sulla base di specifici atti di
indagine», risultino a conoscenza dei fatti per i quali si procede e, in
più, sussistano «concreti elementi per ritenere che le relative
condotte siano direttamente attinenti ai medesimi fatti». Nella stessa
norma si dice anche che il magistrato dovrà chiedere l’autorizzazione ad
intercettare al tribunale del capoluogo del distretto in composizione
collegiale.

Pm ha l’obbligo di applicare stesse disposizioni che servono per la
prova. Ma nella proposta di modifica che ha appena ricevuto il via
libera dalla Commissione, si impone anche al pm l’obbligo di applicare
le stesse disposizioni che servono nella valutazione della prova. Il
che, in estrema sintesi, significa che prima di ascoltare quanto
sostenuto da un collaboratore di giustizia, sempre ai fini
dell’intercettazione, si dovrà compiere una indagine sulla sua
attendibilità.

Intanto, sul piede di guerra contro il provvedimento sono i
giornalisti che oggi, in una giunta straordinaria della Fnsi, i
potrebbero decidere decidere per lo sciopero. Si legge in un comunicato rilasciato ieri poco prima del voto in
Senato: ”La Consulta dei Cdr e dei fiduciari di testata dell’Asr
ribadisce l’allarme democratico che genera la volonta’ del Governo di
procedere all’approvazione del ddl sulle intercettazioni. Si tratta di
un provvedimento che finirebbe per vanificare il diritto di cronaca e
quello dei cittadini a essere correttamente informati. Vale la pena
ricordare che il ddl prevede che nessun atto d’indagine possa piu’
essere pubblicato fino al rinvio a giudizio dell’indagato. Il
giornalista che non rispettera’ tale divieto rischia il carcere fino a
due mesi e il pagamento di un’ammenda fino a 10.000 euro. Ma non basta.
Se condannato, ”in concorso con chi gli passa la notizia”, rischia anche
la detenzione fino a sei anni di carcere. Norme che configurano una
vera e propria censura preventiva e il venir meno della stessa liberta’
di informazione.

La Consulta chiede all’Asr, alla Fnsi e agli Ordini regionali e
Nazionale di proseguire e intensificare la battaglia contro queste norme
e si impegna a promuovere tutte le iniziative necessarie a contrastare
l’approvazione del ddl. Qualora la norma diventi legge, la Consulta si
impegna a dare vita a forme di disobbedienza civile a tutela della
professione e dei diritti dei cittadini.

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link