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“Facciamo pace con la politica”: affermazione o domanda?

Di La redazione della Marcia il . Progetti e iniziative, Umbria

E’ soprattutto il titolo dell’incontro, nell’ambito del Forum della
pace, che ha visto confrontarsi in un lungo dibattito di oltre due ore,
rappresentanti della politica italiana e della società civile per capire
se e come è possibile rimediare al corto circuito, al distacco sempre
più evidente tra i cittadini e chi li governa. Molte le questioni poste
sul tavolo e ancora di più gli interrogativi emersi da uno scambio di
idee a cui hanno partecipato tra gli altri Rosy Bindi, Nichi Vendola,
Savino Pezzotta, Leonluca Orlando e rappresentanti di diverse
associazioni tra cui Libera, FLARE , Unione degli studenti,
Coordinamento nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani.
Uno dei primi interventi è quello della giovane Monica Usari,
rappresentante dell’Unione Studenti che da subito esorta tutti a ”capire
cosa è possibile costruire insieme” a ”porsi degli obiettivi concreti”.
“Il punto è – spiega Monica – che dovremmo sentire innanzitutto il
bisogno di questa politica”.
La prima forte scossa al dibattito
arriva dal neoeletto governatore della Puglia Nichi Vendola: “Io spero
che voi non facciate pace con la politica perché non se lo merita” ha
detto. “Non abbiamo più un’etica pubblica condivisa” spiega Vendola che
denuncia la “rimozione della ‘pace’ dalla scena politica” per lasciare
spazio ad un “paese in guerra, ad un mondo in guerra”. “Forse – dice
Vendola- abbiamo bisogno di chiedere alla politica un linguaggio
completamente nuovo”.Un linguaggio che dovrebbe rimettere al centro i
temi dell’immigrazione e dell’emarginazione, la tutela dei più deboli e
dei dimenticati, come sottolinea, applaudito, Giuseppe Parente giovane
rappresentante di Libera. A ricordare ai presenti un caso emblematico di
disattenzione della politica è Monica Donini che parla della protesta
estrema dell’infermiera di 45 anni morta a Napoli dopo essersi tolta
ogni giorno un po’ di sangue per protestare contro il mancato pagamento
dello stipendio da parte della Asl. “Una storia che mi ha turbato
moltissimo – dice Donini –. Io non posso fare pace con una politica che
permette questo”.
Ed ecco il punto su cui più che risposte dal lungo
dibattito emergono domande. Qual è la politica con cui vogliamo davvero
confrontarci? E la politica vuole davvero confrontarsi con noi? Con i
giovani? Questi ultimi infatti sono da anni i grandi assenti dall’agenda
delle istituzioni italiani.
Savino Pezzotta afferma “che la politica
ai giovani non parla” e ammette di continuare “ad assumere un
atteggiamento pedagogico nei confronti dei giovani. Atteggiamento che
non dovrei avere” sottolinea. Un tema ripreso anche dalla presidente del
Pd Rosy Bindi che alle nuove generazioni dice: “Irrompete, perché non
vi inviteranno mai e se vi inviteranno è perché vi vogliono cooptare.
Diffidate”.
Alla società civile Rosy Bindi riconosce “passione e
intelligenza” e “l’impegno nel cercare soluzioni” e sottolinea
l’importanza di “porre condizioni chiare per fare pace con la politica”.
“Tutti noi che siamo qui, siamo una minoranza straordinaria che cerca
risposte che riteniamo giuste” dice Bindi secondo cui “la politica non
riuscirà mai a fare qualcosa se non ritroverà il consenso nel cuore
degli italiani”.
Più di una volta anche i politici strappano applausi
convinti alla sala. L’aver scelto di partecipare ad un confronto
diretto con la società civile è riconosciuto e apprezzato. Ma le
contestazioni non mancano e dalla sala qualche malumore si fa sentire
quando Rosy Bindi prova a portare un po’ di anti berlusconismo nel
dibattito. Una voce che arriva dalle ultime file, chiede conto della
mancata legge sul conflitto d’interessi da parte della sinistra. “Non
c’era la maggioranza. Fateci vincere bene le elezioni e la faremo”
risponde Bindi. Ma il malumore è ancora lì. La strada è ancora lunga per
tutti.

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