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Cara Italia…quanto sei inospitale

Di La redazione della Marcia il . Progetti e iniziative, Umbria

Cara Italia…non è l’inizio di una lettera, bensì il titolo di un
interessante video con il quale si è aperto questa mattina il seminario
sull’immigrazione presso la sala del Consiglio Provinciale di Perugia.
“Cara” sta per l’acronimo di centro accoglienza richiedenti asilo, e nel
video si raccontano le disavventure, i problemi e il disincanto che
sempre di più “un paese decisamente inospitale”, come lo definisce con
amarezza il regista etiope del video Tag Yimer, regala ai richiedenti
asilo. Attraverso il video Tag si propone di raccontare l’immigrazione
dal punto di vista dei migranti, rivolgendosi però agli italiani. E lo
fa anche dal vivo partendo dalla sua esperienza di profugo costretto ad
attraversare il deserto libico per cercare quelle possibilità di vita
che l’Etiopia non gli consentiva. Poi l’arrivo a Tripoli, il mare e
quindi “finalmente” l’Italia. Ma a Lampedusa Tag si scontra con una
realtà diversa dalle aspettative. Nell’isola siciliana conosce la
reclusione nei Cpt, le trafile per la richiesta d’asilo e infine il
trasferimento alle porte di Roma a Castelnuovo di Porto.
La sua non è
la sola testimonianza del seminario. Particolarmente toccanti i
racconti dei ragazzi dell’Ambasciata dei diritti di Ancona e della rete
Tuttiidirittiumanipertutti di Venezia sui casi di rimpatri dai porti
dell’Adriatico. Fra questi la storia di Taher, giovane afgano morto
davanti al porto di Ancona: era legato sotto un tir, ma le cinghie che
lo reggevano hanno ceduto e Taher è finito sotto le ruote. Un caso non
isolato, purtroppo.
I recenti accordi sui rimpatri fra il nostro
Paese e la Libia hanno infatti allentato la pressione sul canale di
Sicilia, dirottando una parte considerevole dell’immigrazione
clandestina sull’Adriatico: Turchia, Grecia e quindi Italia.. Alla fine
ne viene fuori un quadro desolante, “una vera e propria guerra contro
gli immigrati alla quale – come sottolinea il responsabile immigrazione
dell’Arci, Filippo Miraglia – siamo stati tutti noi arruolati”. Miraglia
lancia poi un appello ai giovani presenti in sala: “non consideriamo
cose lontane quelle di cui stiamo parlando, ci riguardano tutti”. E la
conferma arriva subito grazie alla storia narrata da Kurosh Danesh della
Cgil. E’ la storia di un immigrato arrivato in Italia clandestinamente,
poi regolarizzato con una delle tante sanatorie e oggi dopo tanti anni
di lavoro e con figli nati e vissuti nel nostro Paese a rischio di
espulsione dopo aver perso l’impiego a causa della crisi. “Una vera
assurdità, figlia della legge Bossi-Fini”.
L’incontro finisce con una
novità assoluta: un’assemblea degli emigranti – dieci cittadini di vari
paesi del mondo che raccontano le loro esperienze – che potrebbe
divenire il primo nucleo per un futuro “Onu delle migrazioni”. La
conferma che a Perugia essere in marcia è un’abitudine diffusa.

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