Osservatorio Tg: mafia e camorra portano la frutta in tavola
TITOLI DEI TG DEL 10 MAGGIO 2010 – Che sia stato per merito di
Berlusconi – come recita un comunicato di Palazzo Chigi – o che la
soluzione abbia diversi padri –come più modestamente ammette Tremonti
-, sta di fatto che le borse brindano per il piano anti crisi varato
dalla UE. Anche i tg hanno un tasso alcolico più elevato della media.
Qualcuno fino a perdere la testa, come Il TG 4 di Emilio Fede che per
ben 3 volte a inizio, metà e fine tg, riprende l’inno al Premier
Salvatore.
Gli altri solo
leggermente euforici per l’andamento delle borse e la ripresa dell’euro
sul dollaro. Tutti i tg, insomma, scommettono sull’inversione di
tendenza e testimoniano il ritorno della politica che scalza almeno in
parte la burocrazia della UE. Qualcuno, come il tg 3, si ricorda di
riportare anche qualche sommessa voce critica, come quella di Bersani,
che si duole per i ritardi degli interventi. Ma oltre allo spumante,
questa sera i tg non si fanno mancare la frutta. Tutti, con
l’eccezione di Studio Aperto, presentano servizi sulla mafia- camorra
connection che controlla lo smercio dell’ortofrutta in Italia ed in
mezza Europa e che oggi ha ricevuto un duro colpo. La copertina del Tg
La 7 è dedicata alla marea nera, mentre il televoto chiede agli
sportivi di pronunciarsi sulla richiesta della Juve di togliere
all’Inter uno degli scudetti “taroccati” della prima era calciopoli.
Nel nostro commento quotidiano, misceliamo due temi, in qualche modo
collegati: le polemiche sull’intervento di ieri di Emilio Fede contro
Roberto Saviano – intervento ripetuto abbondantemente anche stasera –
e le notizie ampie sulle azioni degli inquirenti e delle forze
dell’ordine contro la mafia-camorra connection . Ne parliamo con un
grande esperto: Roberto Morrione, Direttore di Libera informazione.
Il Commento: Roberto Morrione, Direttore Libera Informazione
(intervista di Nello Trocchia)
I
tg dedicano ampio spazio all’operazione della distrettuale antimafia di
Napoli contro la ‘cupola’ che gestiva il trasporto di prodotti da e per
Fondi. Una buona copertura su quel comune mai sciolto?
Gli
arresti per l’inchiesta giudiziaria sulle infiltrazioni mafiose in
particolare dei clan camorristici a Fondi, conferma quanto fosse giusta
la richiesta del prefetto che due anni fa documentò l’inserimento
nell’economia di clan della camorra e della ‘ndrangheta. Il governo non
ha sciolto il comune per mafia e questa decisione assume un nuovo
significato dopo questa nuova ondata di arresti. Bisogna ribadire la
responsabilità gravissima del governo, ma anche del ministro
dell’interno che ha anche trasferito lo stesso prefetto. Bisogna andare
fino in fondo con le indagini, si auspica facciano lo stesso anche gli
organi di informazione
Difficile trovare nei servizi il collegamento tra questa operazione e le infiltrazioni in comune, perché?
Nei
vari seminari che Liberainformazione ha fatto, in particolare, nelle
regioni del sud è emerso un dato con assoluta evidenza. Un dato
evidenziato anche dai pochi giornalisti che, sui territori, continuano
a fare con coraggio questo mestiere. E’ emerso che quando da
un’inchiesta spunta il nome di un politico, gli editori, spesso
esponenti di comitati di affare, bloccano l’inchiesta stessa. Credo che
questo sia un ulteriore esempio: il fatto che nel cuore del Lazio e
dell’Italia si seguano le stesse logiche è la dimostrazione del livello
di complicità che il sistema politico-imprenditoriale ha costruito
intorno agli interessi mafiosi. Anche Fondi, sotto questo profilo, non
rappresenta certo un’eccezione, senza trascurare quanto abbia inciso
quel territorio per l’elezione dell’attuale presidente della regione
Lazio
Sullo sfondo il giudizio di Emilio Fede su Roberto Saviano
Non
mi meraviglio, soprattutto dopo che Berlusconi per ben tre volte, nel
giro di pochi mesi , ha attaccato chi si occupa di mafia come Saviano,
ma anche le fiction televisive. Ancora una volta Emilio Fede ha
evidenziato il suo asservimento nei confronti del proprio datore di
lavoro. In Fortapasc, il film sulla vita di Giancarlo Siani, si
distingueva tra i falsi giornalisti e i giornalisti-giornalisti che
fanno fino in fondo questo mestiere, tentando di arrivare alla verità.
Ancora un volta Emilio Fede ha dimostrato di non potersi annoverare tra
i giornalisti-giornalisti
* Osservatorio Tg – Intervista a cura di Nello Trocchia
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