Gela: caccia al voto dei migranti comunitari
Le liste sono praticamente
complete, nessuno manca all’appello, anche la coalizione di centrodestra
ha, alla fine, individuato il candidato da opporre ai rivali dell’altro
campo, vedi il duo Angelo Fasulo-Calogero Speziale: sarà un mese di
intensa campagna elettorale, niente deve essere lasciato al caso;
“faccendieri”,
“galoppini”, militanti, parenti, tutti si preparano al raggiungimento
dell’obiettivo.
Quest’anno, però, sembra
possibile
individuare dei nuovi target da coinvolgere a tutti i costi; di
lavoratori
stranieri, in città, se ne trovano parecchi, alcuni muniti di regolare
permesso di soggiorno, altri, invece, soggetti ai voleri di chi ne
approfitta,
altri ancora, inoltre, in quanto comunitari, in grado di potersi
iscrivere
alle liste dei residenti e partecipare alle scelte della città, comprese
quelle politiche.
E allora perché non tentarci?
Nuccio Corallo, responsabile,
insieme a Rosaria Scicolone, dello sportello migranti della Cgil, non
ha dubbi, “le prossime elezioni sono fondamentali, e quindi si cerca
di coinvolgere anche coloro, ad esempio i lavoratori romeni, che da
poco risiedono in città”.
Il meccanismo, del resto, non
è così complesso: i comunitari in possesso di una regolare carta
d’identità, una volta iscritti all’interno del registro dei residenti,
possono richiedere il rilascio di un certificato elettorale, di modo
da potersi recare al seggio loro assegnato.
Un esperto fa notare che
l’unico
requisito richiesto è la normale iscrizione nel registro dei residenti:
non importa da quanto tempo, è sufficiente esserci, insomma.
E allora anche i lavoratori
comunitari diventano appetibili; ovviamente quando si parla di questi
uomini e queste donne, non si può che far riferimento alle molte
badanti,
in prevalenza romene, presenti a Gela, dove hanno eletto residenza.
“Una
donna romena che seguiamo da parecchio tempo, M., mi ha descritto un
frenetico giro di chiamate ed incontri, normalmente il primo contatto
viene fornito da un’ex badante, prima sua collega, E., che, a quanto
pare, ha avuto incarico da un addetto comunale, il cui preciso ruolo
all’interno dell’ente, però, non ci è stato specificato, di invogliare
le connazionali a recarsi ai seggi, allo scopo di votare un preciso
candidato, indicato dalla stessa E., dietro il pagamento di qualche
decina di euro, ammontare, ovviamente, raddoppiato per l’organizzatrice
dell’intero stratagemma, comunque direttamente legata all’addetto,
spinto,
a sua volta, da un forte interesse verso un unico candidato”. Questa
la ricostruzione dei fatti fornita dallo stesso Corallo, molto
preoccupato
per la piega manifestatasi.
Anche cinquanta euro possono
fare la differenza tra un concorrente e l’altro, soprattutto quando
i destinatari del compenso ne percepiscono poche centinaia al mese.
“Questo
giro non ci piace affatto, purtroppo il timore concerne anche le forme,
diciamo indirette, di condizionamento, spesso praticate da coloro che
dovrebbero solo pensare al benessere dell’immigrato, garantendogli una
migliore permanenza, sociale e burocratica, all’interno del nostro
territorio”.
La denuncia di Nuccio Corallo
non si alimenta di mezze misure o particolari remore paternaliste, il
sindacalista cita testimonianze fornite da alcune assistite dello
sportello
tenuto all’interno dei locali della Cgil, tra le principali richiedenti
di informazioni relative a queste “particolari” offerte.
Mentre E. continua nel suo
tumultuoso via vai, dall’abitazione di una connazionale a quella di
un’altra, la campagna elettorale inizia a decollare, i colpi non si
risparmiano a nessuno: un voto in più, del resto, può sempre fare
la differenza.
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