E sul terreno sottratto al clan dei Piromalli nascerà la prima chiesa: presto il via ai lavori
rmai ci siamo. Tra poche settimane cominceranno i lavori per la chiesa di San Gaetano Catanoso, la prima su un terreno confiscato alle mafie. Siamo a Gioia Tauro, provincia di Reggio Calabria, e il terreno era della cosca dei Piromalli, tra le più potenti della ’ndrangheta. Dall’ottobre 2005 esiste una chiesa provvisoria, una grande tendone bianco e verde, ma ora finalmente è arrivato il permesso a costruire da parte del Comune. Un iter lentissimo come tutta la vicenda di questo bene mafioso. Sequestrato il 27 marzo 1984, confiscato definitivamente il 7 aprile 1994, assegnato al comune di Gioia Tauro il 26 aprile 1999, era rimasto abbandonato per anni. Fino all’intervento della Diocesi di Oppido-Palmi e del suo vescovo Luciano Bux che l’aveva chiesta per una nuo-va parrocchia, assieme ad un palazzo non lonta-no (confiscato alla non meno famosa cosca Molè)che ospita la Caritas diocesana, l’Istituto di Scien-ze religiose e altri uffici. Scelte importanti e di te-stimonianza, in una terra difficile dove, oltretut-to, sono tantissimi i beni confiscati inutilizzati. Ora, dunque, si è in attesa della prima pietra. Co-me spiega il vicario generale don Pino DeMasi, lascelta dell’impresa sarà fatta nella massima trasparenza e col massimo dei controlli, affidando lapratica alla Stazione unica ap-paltante che è guidata dall’exprocuratore aggiunto di ReggioCalabria, Salvatore Boemi. Molto soddisfatto il parrocodon Pasquale Galatà: “è un grangiorno. Il complesso parroc-chiale, vista la notevole crescita della comunità, si rendequantomai indispensabile”.
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