Insieme contro i patrimoni mafiosi
Magistratura Democratica e Libera hanno
presentato a Napoli, questa mattina, il seminario nazionale “La
Sottrazione dei patrimoni alle mafie”, alla presenza delle forze
dell’ordine, della magistratura, della società civile e delle
associazioni. Il convegno, che si svolgerà il prossimo 7 maggio,
presso la Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, sarà l’occasione
per fare il punto della situazione nazionale sulla questione del
sequestro e della confisca dei beni sottratti alla criminalità
organizzata. «La scelta di farlo a Napoli – ha dichiarato Lucia La
Posta, giudice del Tribunale di Napoli, sezione misure di prevenzione
patrimoniali – si spiega in ragione del fatto che questo territorio
risulta centrale per questo tipo di intervento, in Campania infatti
si opera da tempo su questo versante».
Ma anche alla luce della nuova
costituenda Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la
destinazione dei beni sequestrati e confiscati che avrà sede
centrale a Reggio Calabria e una sede distaccata proprio a Napoli. Un
territorio, come quello campano, martoriato dalla mano camorristica,
ma molto attivo sia dal punto di vista giudiziario, per quanto
concerne le confische, sia dal punto di vista sociale, per quanto
riguarda il riutilizzo dei beni sottratti ai clan, sarà il luogo dal
quale si alzerà la voce di quanti, in tutta Italia, operano sul
fronte del contrasto patrimoniale alle mafie. Non solo quindi
l’esperienza giudiziaria a confronto ma anche il problema della
destinazione, che concerne nello specifico comuni, province e regioni
e in special modo l’ambito dell’utilizzazione che coinvolge a
pieno titolo le associazioni e la società civile tutta. «La
dimensione investigativa-giudiziaria è fondamentale ma anche quella
politico-amministrativa ed economico-lavorativa e quella sociale –
ha dichiarato Davide Pati, responsabile nazionale dell’Ufficio Beni
Confiscati di Libera – devono muoversi di pari passo e quella del
seminario nazionale è un’occasione unica per ragionare, a più
voci, su questi temi».
Presente alla conferenza stampa anche
Raffaele Marino, procuratore aggiunto di Torre Annunziata, già
membro della Dda di Napoli, magistrato che di recente ha ricevuto
intimidazioni alla sua persona per il suo impegno antimafia, ha
ricordato come, in Italia, la storia del contrasto patrimoniale, sia
antica e triste. È stata segnata innanzitutto dalla morte
dell’onorevole Pio La Torre, “autore” della famosa Rognoni-La
Torre, la legge che prevede il reato di associazione mafiosa e
soprattutto il sequestro e la confisca dei beni agli esponenti delle
organizzazioni mafiose. Marino ricorda anche i colleghi Falcone e
Borsellino che grazie a quella legge riuscirono a concretizzare
pienamente il contrasto alla mafia, sia sul versante militare delle
organizzazioni che su quello economico-patrimoniale. «Una delle
poche cose – ha continuato Marino – di cui andare fieri in
Italia». Dunque l’appuntamento è per il prossimo sette maggio in
un contesto in cui verrà svelato un unico filo rosso che accomuna
magistratura e società civile nel difficile recupero della dignità
di realtà territoriali offese e segnate dalla violenza mafiosa.
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