“Non basta più indignarsi”
Un incontro atteso da mesi quello a cui il coordinamento di Libera Ragusa si è accostato lo scorso 26 aprile. Il capoluogo ibleo ha infatti avuto l’onore di ricevere il presidente di Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie, don Luigi Ciotti. L’evento organizzato in collaborazione con l’associazione Giovanni Spampinato, il giornalista ucciso a Ragusa il 27 ottobre del 1972 e sulla cui morte si levano ancora oggi pesanti ombre, si è svolto presso la sala AVIS di Ragusa. Fra i relatori intervenuti oltre a don Ciotti erano presenti Alberto Cicero, segretario dell’Associazione Stampa Siciliana; Franco Nicastro, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Sicilia e infine ovviamente la testimonianza diretta di Alberto Spampinato, fratello di Giovanni.
L’incontro pubblico teso a ricordare la figura del giovane giornalista che per anni è stata dimenticata e sepolta dall’indifferenza dei cittadini ragusani ha visto un’effervescente partecipazione . Non sono mancati infatti numerosi interventi da un pubblico che molto ha potuto cogliere dagli spunti di riflessione che i relatori hanno saputo tracciare. Nonostante i ritmi incessanti a cui è sottoposto e la vita relegata alla sua scorta, don Ciotti ha anche incontrato le quarte classi del liceo scientifico “E. Fermi” di Ragusa nell’ambito del progetto legalità al quale gli studenti sono legati da un filo continuo e che attraversa le loro attività didattiche ogni anno.
Insieme a don Ciotti, il partigiano Adelmo Franceschini ha voluto lasciare la sua testimonianza agli studenti del “Fermi” e di come la Resistenza di ieri sia stata un valore fondamentale nella creazione dello Stato in cui viviamo oggi. In continuità all’84enne partigiano, don Ciotti ha ripreso le fila del discorso partendo da una nuova Resistenza, quella della lotta alla criminalità, alla sopraffazione, alla mafia. “Non basta più indignarsi!” – Questo è stato l’eco che più e più volte don Ciotti ha voluto lasciare dietro di sé durante il suo viaggio a Ragusa. – “C’è il rischio di far passare l’indignazione come una moda, senza mai approdare ad un progetto serio e veramente costruttivo, dimenticando che il carburante è la speranza e la bussola è la giustizia”. Un’aria nuova quella che lunedì 26 aprile hanno potuto respirare coloro che hanno ascoltato le parole di don Ciotti: aria di Legalità, Speranza, Amore, Giustizia. Un’aria dalla quale il coordinamento provinciale di Libera si lascerà volentieri trascinare nei prossimi mesi per portare anche da noi quegli ideali che solo la lotta alla mafia ha saputo risvegliare negli ultimi anni.
*Il Clandestino – Ragusa
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