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Coltiviamo la freschezza altrimenti “stiamo freschi”

Di Luigi Ciotti il . Calabria



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Quella che serve è una freschezza di
prospettive, speranze, responsabilità. La Calabria è la terza
regione, dopo Sicilia e Campania, per numero di beni immobili
confiscati alle organizzazioni mafiose. Sono in tutto 1.352, di cui
circa sessanta in provincia di Crotone. Numeri che si prestano a una
doppia lettura: da un lato raccontano di una penetrazione profonda
della criminalità nel tessuto economico e sociale di queste
terre; dall’altro, rappresentano un’immensa opportunità di
riscatto. Fresco vuol dire sano. Fresco di legalità perché:

– Qui si coltiveranno prodotti “non
avariati” dalle contaminazioni criminali, da tutto quel sistema di
interessi, corruzione, connivenze che fanno “marcire alla radice
l’economia dei territori, impedendole di svilupparsi.

– Sono prodotti frutto della
collaborazione fra istituzioni, magistratura, forze di polizia e le
energie sane e “fresche” della società: i giovani, gli
imprenditori impegnati nella produzione biologica, le
associazioni
unite per dare futuro a queste terre.

– Il loro gusto fa tornare in mente le
parole di Paolo Borsellino, quando descriveva «la bellezza del
fresco profumo di libertà che si contrappone al puzzo del
compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi
della complicità».

Finocchi per non farsi “infinocchiare”
L’espressione “farsi infinocchiare” deriva dal fatto che il
gusto del finocchio tende ad alterare gli altri sapori, e per questo
pare fosse usato in passato per ingannare i clienti delle osterie:
dopo aver servito loro del finocchio, si versavano vini scadenti come
se fossero pregiati. I finocchi di Libera sono diversi. Sono “amici”
della verità, della genuinità, dei diritti e della dignità delle
persone. Sono sinceri perché trasparente è tutto il percorso
produttivo. Dalla restituzione delle terre alla collettività al
bando pubblico grazie al quale nascerà la cooperativa, fino alla
scelta dell’agricoltura biologica con i suoi metodi certificati. Il
gusto di questi finocchi non nasconde, ma al contrario rivela tante
cose:

– L’importanza del lavoro sui beni
confiscati, segno concreto che uscire dall’illegalità è insieme
possibile e conveniente.
– Il valore del “noi”, del contributo
che tutti possono e devono dare per realizzare questo cambiamento.

– Il fatto che chi semina poi raccoglie
i frutti del suo impegno, malgrado le difficoltà, gli ostacoli, le
fatiche. Non tutto si può “digerire” Il finocchio ha molte
proprietà, e in particolare facilita la digestione.

Anche
questi saranno ottimi per digerire… ma non tutto. Certe cose
proprio non vogliamo né possiamo digerirle. Le ingiustizie, la
violenza, la corruzione, le piccole e grandi forme d’illegalità
che incontriamo nella vita di tutti i giorni: dobbiamo sentircele
sempre “sullo stomaco”, come uno stimolo a darci da fare per
contrastarle. Liberare le terre per liberare le persone. Le mafie non
hanno rispetto della terra, che devastano con l’abusivismo edilizio
e i traffici di rifiuti. Soprattutto, non hanno rispetto delle
persone: Sono loro a gestire lo sfruttamento dei lavoratori
immigrati, più vulnerabili e quindi più facilmente piegabili alle
logiche del silenzio e della sottomissione. I fatti di Rosarno, sui
quali questi giorni si comincia a fare luce, lo dimostrano una volta
di più.

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