La Calabria buona di cui non si parla
Nell’arresto a Reggio Calabria del superlatitante Giovanni Tegano, considerato tra i trenta più pericolosi, grande risalto è stato dato agli applausi da parte della gente per l’ultimo saluto prima del carcere. Quella gente era solo una minoranza rispetto alla Calabria che quotidianamente nell’ombra e nel silenzio dice “no alla ‘ndrangheta” e lavora per costruire giustizia e legalità. Lo dimostra il fatto che mentre veniva arrestato il boss Tegano, a poca distanza, sempre in terra calabrese, a Isola Capo Rizzuto, su un terreno confiscato al clan Arena, venivano raccolti i finocchi.
“Fresco di legalità” era il titolo dell’iniziativa promossa da Libera, che ha visto la partecipazione di scolaresche, associazioni di volontariato, laiche e cattoliche, della brava sindaca di Isola, del prefetto di Crotone, del vescovo e dei rappresentanti delle forze dell’ordine. Sono stati raccolti circa 100 quintali di finocchi che saranno distribuiti il primo maggio nelle piazze di Roma, Rosarno, Bologna. Anche in terra crotonese nascerà la cooperativa Libera Terra. Don Ciotti, presente alla raccolta, ha esclamato: «questa Calabria è una terra meravigliosa». Quel fresco di legalità è la dimostrazione che chi semina raccoglie la vittoria sulla violenza e arroganza criminale. Soprattutto è stata la risposta immediata, parallela agli applausi al boss. Con la sola differenza che ha fatto meno notizia.
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