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Il sindaco Scalzone: rovinati da volontari e comboniani

Di Raffaele Sardo (www.notiziemigranti.com) il . Campania

«Daremo al ministro Roberto Maroni la
cittadinanza onoraria di Castel Volturno. Lui ci aiuterà a rendere
più appetibile il nostro litorale domizio. A Castel Volturno non ci
occorrono centri di prima accoglienza per immigrati, ma centri di
espulsione. La nostra rovina sono stati i padri comboniani, il
“centro Fernandes” e tutti quelli che si occupano di stare dalla
parte degli immigrati».

 Antonio Scalzone, da pochi giorni
rieletto sindaco a capo di una coalizione di centro destra, fa capire
subito che il vento è cambiato anche sul litorale domizio. «Mi sono incontrato col Ministro
dell’Interno, Roberto Maroni, ieri a Caserta e ho espresso tutto il
mio apprezzamento per il lavoro egregio che ha fatto sinora nei
confronti della camorra. E lui ha accettato di buon grado di
diventare cittadino onorario del nostro Comune. Gli ho chiesto di
darci una mano a risolvere anche gli altri problemi che abbiamo sul
litorale, a partire da quello dell’immigrazione. Oggi Castel
Volturno – dice il neo primo cittadino –  è una “zona
franca”, una  zona liberata dalla pressione della malavita
organizzata. E questo ci permetterà di attrarre investimenti da
parte dei privati. Ma occorre passare da una politica di tolleranza
nei confronti degli immigrati, fatta in questi anni dalle
associazioni di volontariato, ad una politica di rigore e rispetto
delle regole. E sbaglia anche Saviano a dire che dalla camorra ci 
salveranno gli immigrati. La rivolta fatta dai neri a Castel Volturno
due anni fa, era organizzata dai nigeriani, spacciatori di droga, 
che protestavano contro i camorristi. Una lotta tra bande per il
controllo del traffico di droga. Il ministro queste cose le sa. E’
una persona seria e credo che ci darà una mano per risolvere i
nostri problemi».

Scalzone, dunque, va per la sua strada.
Dopo cinque anni di amministrazione di centro sinistra, sembra che
nulla sia cambiato. Anzi, tutto è diventato più difficile. Il problema, per il neo sindaco,
restano gli immigrati e le associazioni di volontariato che cercano di
alleviare in qualche modo le sofferenze e il disagio di tanti ragazzi
che arrivano sul litorale domizio in cerca di un futuro.

Lui non va tanto per il sottile, «Sono
tutti uguali e se ne devono andare». Non una parola sullo
sfruttamento di questi ragazzi, considerati solo braccia da 
utilizzare, ma senza diritti. Non una parola su quegli italiani
che fittano a prezzi esosi le case sul litorale domizio dove ne
infilano a decine in spazi angusti.  Non una parola sui caporali
che sfruttano questi ragazzi che si alzano alle 4.30 del mattino per
mettersi in fila alla rotonda di Villa Literno,  nella “piazza
degli schiavi”, o vicino al campo sportivo di Casal di Principe, o
nelle rotonde di Qualiano, Villaricca, Mugnano, Giugliano, dove per
20/30 euro al giorno e per 10 /12 ore di lavoro aspettano di essere
portati nelle campagne o sui cantieri edili per svolgere loro un
lavoro senza tutela e a rischio.

Niente. Con queste premesse non potrà
accadere nulla di buono da queste parti.

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