Cittadini e giornalisti in Piazza Navona
A seguire alcuni degli interventi di stamani in Piazza Navona durante il sit – in contro il ddl intercettazioni. Da Giulietti a Verna, da Fammoni a Fava, tutti hanno ribadito la centralità di questa battaglia per la libertà di stampa e la possibilità, qualora il ddl intercettazioni dovesse diventare legge, di un ricorso alla Corte europea di Strasburgo. (All’interno anche gli audio degli interventi)
L’appello di Giulietti: uniti contro questo ddl ideologico
Articolo 21 in piazza Navona: nessun cronista verrà lasciato solo
“E’ la legge che accentra su uno e reprime i molti, non servirà reagire isolati, quando sarà approvata firmiamo tutti l’esposto alla Corte di Strasburgo, già scritto dal professore Mastroianni dell’università di Napoli. Pubblichiamolo sulla rete, facciamolo arrivare con il sostegno di tutti in Europa”. Con questo invito Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo21 lancia il suo appello ai cittadini, associazioni, giornalisti e giuristi che in questi mesi stanno prendendo parte a questa mobilitazione permanente contro il testo di legge sulle intercettazioni telefoniche, ennesimo e non ultimo, atto con cui il Governo, sta restringendo pesantemente l’ambito e gli strumenti di azione di magistratura e informazione. “Vorrei usare delle parole di Pasolini – continua Giulietti – promuviamo una grande campagna di obbedienza civile alla legge istitutiva dell’ordine dei giornalisti, sulla costituzione. Siano fuori dalla legalità tutti coloro che nascondo le notizie anzichè darle, obbediendo al dettato costituzionale in questo Paese”. “Fa impazzire il tuo censore” – chiosa Giulietti – una campagna civile da mettere in moto se la norma dovesse passare. Non possiamo derogare al nostro diritto – dovere di dare le notizie. Troveremo il modo di fare questo mestiere ugualmente e daremo tutte le notizie di interesse pubblico: le daremo sulle lenzuola, come si fece un tempo, le daremo con i siti all’estero e in tutti i modi che la tecnologia consente. E lo faremo per amore del Paese perchè se non lo faremo ci sarà corruzione, intercettazioni clandestine, traffico sotto banco di notizie. Quando questa norma passerà c’è una cosa che non possiamo assolutamente permetterci di fare: lasciare solo davanti a questa legge nemmeno uno dei cronisti locali, che sui territori, soprattutto quelli difficili, continueranno a fare il proprio mestiere.
Giuseppe Giulietti, portavoce Articolo21 – Ascolta l’audio integrale dell’intervento
Vincenzo Vita (Partito democratico) – Ascolta l’audio integrale dell’intervento
Carlo Verna (Usigrai): ddl lede diritti dei cittadini e limita democrazia
“Questo è un momento di lotta e mobilitazione – dichiara Carlo Verna, neoriconfermato segretario dell’Usigrai – che non finirà quando sarà approvato questo ddl. Anzi, continueremo in ogni sede questa battaglia, soprattutto come giornalisti del servizio pubblico, in difesa dei cittadini ad essere informato. Qualche mese fa lo studio condoggo dagli studenti della Cattedra di diritto costituzionale europeo della Federico II di Napoli ha evidenziato il contrasto fra questo ddl e alcune norme europee. Questo ci apre una strada futuro per un ricorso alla Corte di Strasburgo, se il Parlamento dovesse decidere di andare avanti, e il presidente della Repubblica dovesse decidere di apporre la sua firma. Questo tutelerebbe in anticipo tutti i giornalisti. Nel frattempo deve crescere la consapevolezza dell’opinione pubblica sul fatto che si sta ledendo un loro interesse. Non è possibile che esistano delle questioni di interesse pubblico che non siano conosciute perchè c’è un divieto. L’informazione deve avere in una democrazia il potere di controllo che non può essere subordinato ad altre necessità…
Carlo Verna – Usigrai – Ascolta l’audio integrale dell’intervento
Fulvio Fammoni (Cgil): impedire bavaglio al giornalismo d’inchiesta
“Inziativa giusta che si oppone ai tantissimi provvedimenti che in questi mesi sono stati presi per limitare la libertà di informazione – dichiara Fulvio Fammoni, Cgil. Non dobbiamo cadere in questo meccanismo legislativo che tende a tenere separate le cose“. Lavoro, informazione, giustizia sociale nell’intervento del segretario nazionale della Cgil sono tutte parti di un unico disegno che mira a cambiare il Paese. Le varie iniziative che dal 3 ottobre si sono susseguite sino da oggi, spiega Fammoni, mirano ad opporsi a questi tentativi di imbavagliare il giornalismo d’inchiesta, limitare la libertà sulla rete internet, mettere in difficoltà i giornali con il provvedimento sulle tariffe postali. Tutte le iniziative che stiamo mettendo in campo sono preziose, ricorda Fammoni, ma di pari passo dobbiamo anche far avanzare, in maniera sempre più chiara, la nostra idea di progetto per questo Paese. In Italia, ad esempio, la prima vera riforma è superare il conflitto di interesse.
Fulvio Fammoni (Cgil) – Ascolta l’audio integrale dell’intervento
Ferrero su ddl: reati dei colletti bianchi rimarranno impuniti
“C’è l’idea da parte del Governo di togliere i diritti agli strati più poveri della popolazione e questo ddl intercettazioni rientra dentro questo progetto e consentire ai potenti di rimanere impuniti”. Cosi Paolo Ferrero, Federazione della sinistra, commenta durante il sit – in a Piazza Navona, le scelte dell’attuale maggioranza in materia di giustizia e informazione. “Il disegno è chiaro – prosegue Ferrero : fare politiche antisociali e impedire alla magistratura e all’informazione di svolgere liberamente il proprio lavoro”. “L’iniziativa oggi in corso contro questo ddl – conclude Ferrero – dobbiamo proseguirla nei prossimi giorni con una mobilitazione ampia, generale, perchè il problema non è un singolo provvedimento ma tutta la linea di questo Governo che vuole gestire politiche antisociali riducendo la democrazia nel Paese”.
Paolo Ferrero – Federazione della Sinistra – Ascolta l’audio integrale dell’intervento
Claudio Fava (Sel): ddl è testo di legge liberticida
Nessuna trattativa è possibile con questo Governo
“Se fosse stata in vigore qualche anno fa questa legge che il parlamento
ha intenzione di approvare – dichiara Claudio Fava – Carlo Casalegno,
Giancarlo Siani, Beppe Alfano, prima di essere uccisi dalla camorra,
dalla mafia, dalle brigate rosse, sarebbero stati arrestati ai sensi di
legge”. Dobbiamo chiamare le cose con il proprio nome, ricorda Fava,
questa è una legge liberticida, una legge infame. E’ proprio attraverso
la censura, infatti, che si crea lo spazio per l’illegalità. la
corruzione e le mafie. “Con questo tipo di maggioranza – sottolinea
Fava – non è possibile alcuna trattativa, alcuno spazio di
legittimazione di queste politiche che mirano a soffocare i diritti e
in particolare il diritto all’informazione, vero e proprio tributo alla
democrazia in ogni Paese.
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