Palermo sotto l’albero di Falcone
Pare sia stata un’anziana donna senza tetto ad aver sfregiato la
magnolia dedicata alla memoria del magistrato Giovanni Falcone in via
notarbartolo a Palermo. L’avrebbero ripresa le telecamere poste a
controllo delle vie del quartiere. Della donna, al momento, non si
hanno notizie. Un gesto quindi, ipotizzano i giornali locali e gli
inquirenti, apparentemente non collegato ad una precisa intenzione
della criminalità organizzata di lanciare un messaggio all’azione
antimafia a Palermo. Questo poco importa, d’altronde, perchè per chi
avesse ancora dubbi sulla reale partecipazione dei giovani e dei
cittadini onesti alla difesa della democrazia, della cultura antimafia
e della legalità, in questa città (che pure ha ancora tante battaglie
da vincere) queste ultime 48 ore hanno potuto dare una risposta
inequivocabile.
Da ieri, infatti, tanti cittadini si recati sul
posto, in un via vai, che ha commosso buona parte del Paese. Il
presidente delle Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato, attraverso
il prefetto Giancarlo Trevisone, un messaggio,
ricordando Giovanni e Paolo “servitori dello Stato eccezionali per
lealtà e professionalità, grandi magistrati, coraggiosi e sapienti
combattenti per la causa della legalità, in difesa della libertà e dei
diritti dei cittadini”. “Dopo un primo momento di dispiacere – ha fatto
sapere la sorella Maria Falcone – è subentrata la gioia nel vedere la
reazione di Palermo”. Parole di sollievo per la rinascita dell’albero,
per mano di giovani e studenti, sono state espresse anche da Rita Borsellino.
Centinaia di scolari, studenti, insegnanti e maestre, gente comune, sono tornati subito in difesa di quel luogo simbolo dell’antimafia.
“Renderemo quest’albero più bello di prima” c’è scritto su uno dei
messaggi che stamani hanno fatto “rifiorire” insieme a lettere,
pensieri, disegni e fumetti, l’abero dedicato a Giovanni. Una sorta di
pellegrinaggio laico, nato senza essersi dati un preciso appuntamento: le
scolaresche si sono incontrate con i giovani universitari, i vicini di
casa, con i palermitani che abitavano dall’altra parte della città.
Al
di là dunque delle motivazioni in capo a chi ha danneggiato l’albero
alcune notti fa, quella che si sta scrivendo in queste ore rimane una
pagina, bella anche se pur sempre dolorosa, della resistenza della
Palermo antimafia.
Una ribellione però non più appannaggio di pochi,
perchè i boss non hanno fatto i conti con la nuova generazione. Fra
poche settimane, il 23 maggio prossimo, al porto di Palermo arriveranno
due navi cariche di studenti che da tutta Italia, verranno a ricordare
il magistrato Giovanni Falcone e il suo amico e collega, Paolo
Borsellino. E’ sempre più con loro che la cultura mafiosa e chi la
diffonde dovrà fare i conti.
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