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Controluce: Ritorno da Gomorra

Di Michele Docimo il . Campania



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Un viaggio nelle terre di don Peppe
Diana che lascia il segno. Un viaggio, un’esperienza che un gruppo
di giovani di Sesto Fiorentino ha deciso di portare in scena nello
spettacolo «Controluce: Ritorno da Gomorra».

La pièce, –  un docu-spettacolo
della durata di circa un’ora costituito da filmati, momenti
recitativi, musiche e tecniche espressive – è nata dalla “volontà
di fare qualcosa” del gruppo parrocchiale di San Martino a Sesto
composto da venticinque ragazzi ed otto educatori, con alla testa il
parroco don Daniele Bani, che nell’ambito del Progetto legalità
patrocinato dalla Regione Toscana ha trascorso, la scorsa estate, dal
26 luglio al 1 agosto una settimana di lavoro a CastelVolturno
presso il bene confiscato alla camorra ed affidato alla costituenda
cooperativa “le Terre di don Peppe Diana“.

«Abbiamo voluto riportare nel nostro
territorio – spiega Fausto De Santis di Libera Toscana – la realtà
che lì abbiamo incontrato. Si è voluti essere testimoni di ciò che
accade in un pezzo d’Italia, ma che ha la sua genesi in scelte
fatte altrove e che coinvolge tutto il territorio nazionale e non
solo».

La prima dello spettacolo è andata in
scena lo scorso 29 novembre a Sesto Fiorentino per un totale di tre
repliche. Una nuova rappresentazione è stata allestita domenica 10
gennaio a Santomato in provincia di Pistoia. La data di stasera, 26
aprile 2010, prevede la rappresentazione al Teatro di San Martino in
Piazza della Chiesa nuovamente a Sesto Fiorentino. In questo
spettacolo c’è da segnalare come ospite d’onore il cantautore Luca
Caiazzo in arte Lucariello autore del brano “Cappotto di legno”
cantato anche nella piece e autore di una ballata “Per amore del
mio popolo”  proprio in onore di don Peppe Diana.
 
«Don
Peppe Diana – racconta Lucariello – era una persona che per amore
della sua gente ha messo a rischio la sua stessa vita. Una cosa
straordinaria che un po’ manca alla nostra generazione. Chi
direbbe, oggi, che per l’amore che sente per la sua gente non può
stare zitto, per l’amore che sente per il suo popolo deve gridare e
facendo questo mette a rischio la propria vita?»

 

In occasione di ogni spettacolo vengono
raccolte offerte che saranno devolute alla nascente cooperativa “Le
Terre di don Peppe Diana” a dimostrazione, ancora una volta, della
vicinanza tra la Toscana e le terre di don Diana per affermare sempre
più il principio della legalità e dell’attivismo contro tutte le
mafie.


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