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Campania, le ombre sul voto

Di Peppe Ruggiero il . Campania

Nella logica dell’alternanza all’interno del centrosinistra, gli elettori campani hanno scelto quella del centro destra. Hanno scelto Stefano Caldoro e con lui Nicola Cosentino, Roberto Conte e Pasquale Gambino. Nella scelta ha sicuramente pesato l’emergenza rifiuti. Nulla e’ stato piu’ perdonato a Bassolino e company. Troppe cose non dette. Troppe ambiguità. Incapaci di coltivare un nuovo leader. E alla fine è andata male. Malissimo. E dopo 15 anni la Regione passa al centrodestra. Una campagna elettorale caratterizzato da un allarme fondato e diffuso di compravendita di voti. E chi vuole negarlo rischia di essere superato dalla cronaca delle ultime inchieste della Procura di Napoli. E se il buongiorno si vede dal mattino, le premesse del nuovo consiglio regionale eletto sono piene di ombre. 

Per la prima volta la Regione elegge un candidato Roberto Conte, con una lista collegata al neogovernatore Caldoro, condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa con l’accusa di aver “acquistato” dalla camorra voti per la sua elezione alle precedente tornata elettorale. Entra anche Alberico Gambino, Pdl, eletto con oltre 17 mila voti, indagato per lottizzazione abusiva e condannato in secondo grado per peculato. Su Roberto Conte, Caldoro si è gia’ espresso chiedendo le dimissioni. Nulla ancora su Gambino. Ma tra il dire ed il fare c’è di mezzo…un consiglio regionale, una maggioranza, una stagione politica. 
Riuscirà Caldoro in un Mezzogiorno non piu’ egemonizzato dalla sinistra, ad accreditarsi come buon politico per aspirare nel futuro a piu’ prestigiose cariche? O sprecherà questa occasione cedendo al pressing del compromesso per una sopravvivenza elettorale, politica ed affaristica? Saranno i fatti a parlare: a partire dalla composizione della giunta e dai primi provvedimenti. Al centrosinistra, in questi anni immobile, il ruolo piu’ difficile quello di controllare, di proporre e ricostruire. Partendo dagli errori del passato. Un PD troppo morbido nell’azione contro la camorra e di non essere stato capace di analizzare i cambiamenti in atto. Non si è stati capaci nel vedere che la vera novità era il clima di violenza diffusa che si stava respirando i città, il serbatoio d’acqua dove la camorra si abbevera. Ma soprattutto di non aver avuto coraggio. Dare segnali importanti. Un esempio per tutti. E’ inconcepibile che a Casal di Principe, luogo simbolo della lotta alla camorra, il piu’ grande partito della sinistra è stato capace di non presentarsi alle elezioni: niente simbolo, niente lista, niente candidato sindaco. 
Il partito democratico deve capire che fare politica a Napoli è cosa ben diversa da fare politica nel resto d’ Italia. Chi fa politica a Napoli deve mettere al centro, ogni giorno, del suo impegno la lotta alla camorra e all’illegalità anche e soprattutto quando non ci sono fatti clamorosi che finiscono sulle prime pagine dei giornali. Una lotta ordinaria e quotidiana. E’ giunto il momento che la sinistra campana faccia coming out. Ammettere l’ errore e ripartire. In caso contrario Napoli resterà sempre quella splendida città, che come la definì Moravia, è abitata da cittadini, e aggiungiamo amministratori, tanto furbi individualmente quanto stupidi collettivamente. 
Ps: Ultim’ora il Consiglio dei Ministri, su richiesta del neo governatore Caldoro ha approvato un decreto legge che blocca del demolizioni di case abusive in Campania fino al 31dicembre 2011. In una regione dove il 67% dei comuni sciolti per infiltrazione mafiose ha come motivazione l’abusivismo edilizio è un vero e proprio regalo alle ecomafie ed ai boss del cemento selvaggio. E’ proprio vero che il lupo perde il pelo ma non il vizio…

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