Reggio libera sé stesso dal pizzo
Il muro della lotta alla mafia da oggi può contare su un nuovo,
importante mattone in più. E’ la nuova iniziativa anti-racket
“Reggioliberareggio”, promossa dall’associazione Libera, che è riuscita
a mettere insieme quasi 60 associazioni sotto la bandiera della
legalità. 58, per la precisione. Si va dai sindacati alle cooperative.
Dalla Caritas a Legambiente. Dall’Arci ad Azione Giovani. Tutti insieme
per creare una rete solidale che sostenga le vittime del racket,
accompagni alla denuncia chi ancora si trova nel libro mastro delle
cosche e contribuisca a creare una cultura della legalità in un
territorio a forte presenza mafiosa. Il nome scelto per questa
iniziativa, spiega Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, non è
casuale: “Reggio – dice – deve liberarsi. Quindi è Reggio che libera
Reggio. Sono i cittadini, le associazioni, i gruppi, i movimenti che
devono sentire la grande responsabilità di creare un cambiamento. C’è
bisogno del contributo da parte di tutti”. In una parola, un impegno
anti-mafia che parte dal basso. Anche dai piccoli gesti. Come
impegnarsi a fare acquisti solo nei negozi che si sono meritati il
bollino antiracket: “il consumo equo – spiega Don Ciotti – è
un’esperienza molto bella e di grande valore: andare in quelle botteghe
o da quelle imprese che non pagano il pizzo, che hanno fatto una scelta coraggiosa di chiarezza, trasparenza e legalità”
ASCOLTA L’INTERVISTA A DON LUIGI CIOTTI
* Ambra Murè – Econews
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