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Corleone, sul portale del Comune elenco beni confiscati alle mafie

Di Ferrara - Crapisi il . Sicilia

Pubblicare sul portale istituzionale del Comune di Corleone l’elenco dei beni confiscati e riutilizzati. Questa la proposta che circa un anno fa era stata lanciata dai ragazzi/e dell’associazione Corleone Dialogos, circolo Arci e presidio di Libera. Da alcuni giorni quella proposta è diventata realtà. Corleone Comune virtuoso nel riutilizzo dei beni confiscati alle mafie in questi anni ha potuto raccogliere molti stimoli che arrivano proprio dai giovani corleonesi impegnati in questa “rinascita” culturale e d’informazione, del paese.

Tra loro, il gruppo di Corleone Dialogos che la scorsa primavera diede inizio ad un’inchiesta sui beni confiscati alla mafia nel
corleonese. Dall’analisi venne fuori un dato positivo: il Comune di Corleone aveva destinato tutti i beni, ad
esso assegnati, promuovendone il riutilizzo sociale. Unico tassello mancante, invece,  risultò l’informazione pubblica.  Da quell’inchiesta partì la richiesta al Comune di far nascere una pagina on line consultabile sui beni confiscati nel territorio corleonese. In attesa della pubblicazione da parte del Comune, avvenuta giorni fa, il portale Corleone Dialogos pubblicò in quei mesi su ww.corleonedialogos.it l’elenco dei beni confiscati e riconsegnati a nuova vita.

Adesso la lista è consultabile sul portale istituzionale dell’amministrazione (clicca qui per consultare la pagina). Dal monitoraggio portato a termine (scarica qui il pdf)  risulta che i  beni confiscati alla mafia assegnati al
Comune di Corleone, al 1° marzo 2010, sono stati 18. Di questi, 16 sono
utilizzati attraverso l’assegnazione al Consorzio Sviluppo e Legalità,
alla cooperativa Lavoro e non solo e all’IPSA Don C. Di Vincenti. Si
tratta di fondi agricoli, in alcuni casi con annesso fabbricato rurale,
e poi due immobili siti nel Comune di Corleone. Mentre ci sono due beni
che non sono riutilizzati. Si tratta di uno spazio verde adiacente alla
Tenenza della Guardia di Finanza, anche questo bene confiscato a Riina.
Il Comune di Corleone ha dato parere favorevole per un eventuale
passaggio al Demanio dello Stato, affinché si realizzi un’area di
parcheggio proprio per la Guardia di Finanza e un giardino della
memoria. L’altro bene è un’immobile, di proprietà della famiglia Lo Bue
che non è stata ancora assegnato dall’Agenzia del Demanio. Ancora una
volta emerge la difficoltà di tale istituzione, ma tale handicap
potrebbe esser superato dalla neo Agenzia sui beni confiscati. 

“L’operazione di trasparenza attuata dal Comune e concordata con Corleone Dialogos – dichiara il Sindaco Iannazzo – ci permette con estrema facilità di verificare l’effettivo impegno dei beni, condividendo con la cittadinanza e con il resto d’Italia, l’assunzione di responsabilità dell’Amministrazione, affichè Corleone diventi ogni giorno di più la città della legalità che stiamo costruendo”. La rete degli enti locali e Regioni per la formazione contro le mafie, Avviso pubblico, ha espresso la sua soddisfazione per l’iniziativa del Comune.

“Sottolineamo ciò che è inserito nella relazione – concludono i ragazzi di Corleone Dialogos; a Corleone
il 90% dei beni confiscati è effettivamente riutilizzato socialmente”.
E’ di forte impatto vedere come i beni dei più importanti boss di Cosa
nostra, come Riina e Provenzano, oggi siano realtà in cui dei giovani
del territorio hanno trovato un posto di lavoro e che producono degli
ottimi prodotti. Un impegno nel segno della continuità, dalle due
amministrazioni Cipriani a quella dell’attuale Sindaco Iannazzo. Corleone ancora una volta dimostra un dato storico: se è vero che la
mafia è presente è pure vero che c’è un importante movimento antimafia”.

 Guarda qui l’inchiesta sui beni confiscati e zone d’ombra – a cura di Corleone Dialogos

Qui l’intervista video al Sindaco Iannazzo

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