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Operazione “Fuego”

Di Rosario Cauchi il . Sicilia

Da vittima a carnefice: un passaggio, un travaglio “morale”, tutto interno alla vita di Nicola Interlici, “Niki” per gli amici, commerciante gelese, fino allo scorso 31 marzo ritenuto prioritario obiettivo di “cani sciolti” eterodiretti dai gestori del locale racket, in grado di mandargli in fumo un magazzino e un’autovettura. Ma la realtà, spesso, assume connotati tutt’altro che scontati o banali: il bersaglio era, infatti, un vero arciere, fin troppo abile nel centrare la preda; queste le conclusioni scaturite dall’operazione “Fuego”, condotta dalla compagnia dei carabinieri di Gela, avente ad oggetto le gesta dell’ex “martire” e di Giuseppe Di Noto, sostanzialmente una sorta di “talent scout”, ingaggiato allo scopo di individuare minori disposti, in cambio di abiti di marca gratuiti, ad appiccare le fiamme a danno del commerciante, anche se, in verità, sarebbe meglio dire, a suo favore.

Sia Nicola Interlici che il suo braccio operativo, Giuseppe Di Noto, sono stati reclusi entro gli stretti confini di istituti di pena siciliani, quello di Caltagirone ospita, attualmente, proprio la mente del piano, in attesa di ricevere comunicazioni inerenti le evoluzioni del procedimento penale avviatosi. Un esercente, un imprenditore, assai abile nel fiutare gli affari, dall’abbigliamento “di tendenza”  alle discoteche, pronto a schierarsi contro tutto e tutti, dall’istituzione comunale all’associazione antiracket, “Gaetano Giordano”, tra le più attive in Italia, ma con problemi di liquidità: non tutto, insomma, filava come preventivato.

Allora, perché non interessarsi, anima e corpo, ad una nuova fetta di mercato? Quale? Quella dei fondi destinati alle vittime della pruriginosa piaga delle estorsioni! Due le metaforiche oasi ove rifocillarsi: una, già molto battuta, corrispondente alle laute liquidazioni assicurative, l’altra, invece, forgiata dalla legislazione nazionale e regionale. Se la via dei sostanziosi premi assicurativi non rappresenta una vera innovazione, quella aperta da due leggi, la n.44 del 23 Febbraio 1999, sul piano nazionale, e la n.20 del 13 Settembre 1999, generata dal parlamento siciliano, certamente non mancherà di essere percorsa anche da viaggiatori decisamente poco disciplinati.

Si tratta di una serie di disposizioni normative, praticamente gemelle, tutte volte al sostegno delle vittime di azioni estorsive, ed al contempo economicamente assai appetibili: un massimo di 1.549.370 euro è, ad esempio, previsto dalla disciplina nazionale quale risarcimento per il danno patito dall’estorto, a fronte dei 516.457,00 euro fissati, invece, da quella regionale; per non parlare della provvisionale, stabilita al 70% delle perdite totali determinatesi, garantita, quale anticipo, dalle legge n.44, che si aggiunge ad un complesso, assai esteso, di agevolazioni, definito sia dal parlamento nazionale che dall’Assemblea siciliana, finalizzato alla proroga dei termini di scadenza di mutui contratti, oneri fiscali, esecuzioni giudiziarie: in taluni casi, addirittura, fino a trecento giorni.

Previsioni fin troppo attraenti per non tentarci, insomma. 

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