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Don Tonino Vattiata: più Stato a Vibo Valentia

Di Redattore Sociale* il . Calabria

Don Antonino Vattiata c’era. Il responsabile di Libera per la zona di Vibo Valentia ha
seguito, momento dopo momento, l’affruntata celebrata nel paesino
calabrese di Sant’Onofrio. Abbiamo chiesto a lui cosa pensasse di
quella celebrazione, diventata simbolo della lotta alla ‘ndrangheta
dopo la decisione di impedire alle “persone chiacchierate” di portare
le statue in processione e le intimidazioni ricevute dal priore della
confraternita. Lui, che appena qualche giorno fa ha subito minacce
verbali per la sua attivita’ antimafia, parte con una precisazione:
“Una processione non deve diventare simbolo della lotta alla
criminalita’ ma certo un segnale forte e’ stato dato”.

Don
Vattiata non condivide quindi la lettura di chi parla di un successo a
meta’, di molta gente rimasta a casa per paura: “La paura – premette
Don Antonino – e’ un sentimento normale: non mi sento di condannare i
santonofresi che ieri non sono venuti in piazza. E’ normale in un
territorio permeato da una criminalita’ che e’ spavalda, arrogante e
che per esempio ha minacciato anche me negli ultimi giorni per
l’attivita’ che svolgo con Libera. Rimane il fatto – prosegue Don
Vattiata – che la piazza ieri era piena cosi’ come avviene ogni anno.
Anche la chiesa era affollatissima. Non solo, abbiamo ricevuto
l’abbraccio e l’incoraggiamento ad andare avanti anche da parte della
gente semplice, degli anziani, delle persone che comunque hanno sfidato
a viso aperto, partecipando alla processione, certe logiche mafiose.
Per me il risultato e’ positivo, la maggioranza delle persone non ha
ceduto alla paura”.

Il difficile – secondo il prete di Libera –
arriva adesso: il rischio e’ che, spenti i riflettori dei media
nazionali, tutto torni come prima e il segnale positivo si ripieghi su
se stesso. Peggio: “Non sono da escludere rivendizioni o
rappresaglie: l’attenzione deve rimanere massima oggi, domani e tutti i
giorni a venire”. La tentazione da parte dello Stato centrale, invece,
puo’ essere quella di chiudere gli occhi, di disinteressarsi di
Sant’Onofrio, del vibonese e di tutta la Calabria: “Le intenzioni del
prefetto di Vibo Valentia, Luisa Latella – argomenta don Vattiata –
sono assolutamente buone ma da sola puo’ risolvere poco. Qui c’e’ un
altro problema: il governo centrale dov’e’? Lo Stato a livello
verticistico dov’e’? Perche’, a seguito di questi fatti, non sta
potenziando l’organico della Magistratura e delle forze dell’ordine?
Perche’ non fa un discorso serio per Vibo Valentia come accade per
Caserta o Reggio Calabria?”.

Interrogativi pesanti come pietre.
E ancora: “La Chiesa non puo’ prendere dal collo i mafiosi e punirli,
non e’ compito nostro ma dello Stato. Noi possiamo vietare che
determinate persone partecipino a una processione come l’affruntata ma
piu’ di questo non possiamo fare. Allora chiediamo che, con la nostra
partecipazione e il nostro aiuto, ci sia piu’ Stato a Vibo Valentia.
Ora siamo abbandonati a noi stessi”.


 
* Fonte: Libera

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