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Caterpillar: speciale da L’Aquila

Di Gaetano Liardo il . Abruzzo

Un lungo speciale da L’Aquila quello andato in onda dalle frequenze di Radio 2 la notte tra il 5 ed il 6 aprile. Un anno esatto dopo il terremoto che ha distrutto il capoluogo e numerosi altri comuni abruzzesi. Caterpillar ha descritto con discrezione e sobrietà le manifestazioni in memoria delle vittime della tragedia. Massimo Cirri e Filippo Solibello, i conduttori della trasmissione pomeridiana di Radio 2, accantonando l’ironia tipica del programma, hanno realizzato un ottimo servizio pubblico. Scavalcando le polemiche politiche della ricostruzione, considerate un successo dalla maggioranza e criticate dall’opposizione, Caterpillar ha dato voce agli aquilani che hanno subito la devastazione del terremoto e i ritardi nei lavori della ricostruzione, che sono stati esibiti come trofeo nelle celebrazioni del G8 tenutosi proprio nella città ancora sconvolta dal sisma, mentre subivano l’onta delle speculazioni e delle ruberie della “cricca gelatinosa”. Grazie ai contributi di Marco Ardemagni e di Laura Troja, che hanno partecipato alla fiaccolata che ha percorso i luoghi più significativi del capoluogo abruzzese, si è potuto cogliere il sentimento di rabbia, ma anche di rivalsa, dei cittadini aquilani. Moltissimi giovani, studenti universitari che hanno deciso di non abbandonare L’Aquila, molte donne, protagoniste del tentativo di rinascita aquilano, alcune con le foto dei propri cari rimasti uccisi dal terremoto, proprio come le madri di Plaza de Mayo a Buenos Aires. Tanta gente in strada per riappropriarsi di una città che ha perso il proprio centro storico, simbolo identitario della comunità. Un centro abbandonato, pieno ancora dei calcinacci delle case crollate, completamente al buio, illuminato solo dalla luce delle fiaccole portate dalla gente. Da piazza Duomo Cirri e Solibello hanno ricevuto le testimonianze dei tanti volontari che da tutta Italia sono accorsi in aiuto della popolazione terremotata. Volontari della Croce Rossa o della Protezione Civile che hanno lavorato senza sosta per salvare i superstiti, allestire le tendopoli, aiutare gli aquilani a riprendere in mano la propria vita. Tutta gente che si è sporcata le mani, lontana dalla corruzione dilagante per la ricostruzione o dai giochi di potere dei politici e dei dirigenti della Protezione Civile. Un esempio bello di come fare informazione, accendendo i riflettori su una tragedia che brucia ancora. Lontano dai compromessi di quell’informazione che ha usato L’Aquila per osannare il “Governo del fare” di Berlusconi, senza accorgersi dei ritardi e della corruzione che hanno minato la ricostruzione della città. Intanto gli aquilani, di settimana in settimana, tolgono da soli le rovine della città con le carriole.

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