Al fianco delle vittime della dittatura e dei testimoni di giustizia in Argentina
In una nota Libera, Associazioni, nomi e numeri
contro le mafie ricorda i feroci scenari che la dittatura in Argentina ha lasciato e si stringe alla famiglia di una donna, Silvia Suppo, uccisa a fine marzo, già in precedenza testimone in un processo per le violenze durante il regime. Un modo per non sottovalutare le minacce e le intimidazioni di una realtà distante ma sorella, come il lancio della rete di solidarietà Alas, nelle scorse settimane ha voluto, ancora una volta ribadire
«Libera – Associazioni, nomi e numeri
contro le mafie si stringe alla famiglia di Silvia Suppo, assassinata
il 29 marzo nella città di Santa Fe in Argentina». Silvia era stata
testimone al processo contro l’ex Giudice Federale Víctor Brusa e
gli ex poliziotti Héctor Colombini, Juan Calixto Perizotti, María
Eva Aebi, Mario Facino y Eduardo Ramos, tutti condannati per
violazioni dei diritti umani durante la dittatura.
Come ci ha
ricordato Manuel Gonçalves Granada dal palco della XV Giornata della
memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie in
Argentina si stanno svolgendo quaranta processi per accertare le
violenze accadute durante il regime. Processi che si basano sulle
dichiarazioni di centinaia di testimoni di giustizia, che nonostante
le minacce e le intimidazioni che subiscono ogni giorno, continuano
il loro percorso.
«Memoria vuol dire impegno. Vuol
dire guardarsi indietro per andare avanti, cercare nei riferimenti
del passato la direzione verso un futuro migliore. – continua nella
nota l’associazione Libera – Per questo motivo è fondamentale fare
chiarezza su quanto successo e quanto ancora oggi succede in quei
Paesi».
«Per questo motivo intendiamo ribadire il
nostro pieno supporto e impegno alle organizzazioni H.I.J.O.S. e
Familiares, che lavorano con Libera alla costruzione della rete ALAS
– America Latina Alternativa Social. Perchè verità e giustizia
siano fatte anche in America Latina».
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