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Un medico di provincia, molto “rampante”

Di Rosario Cauchi il . Sicilia

Trentanove anni, medico, una
specializzazione in pneumologia, in servizio presso il reparto di
oncologia medica dell’ospedale “Sant’Elia” di Caltanissetta,
uno studio privato in contrada “Giarratana” a Riesi, piccolo
centro della provincia nissena, scosso negli ultimi decenni dalla
faida esplosa tra il gruppo capeggiato dai pluriergastolani, Pino e
Vincenzo Cammarata, e gli “scissionisti” di Giuseppe Tardanico,
feroce killer dalle irrisorie remore morali, consigliere comunale, in
quota Pdl Sicilia, nuova creatura forgiata dal sottosegretario
Gianfranco Miccichè, dell’amministrazione retta da Salvatore
Buttigè.

Tratti tipici di un giovane
professionista in piena crescita, sociale e non solo. Giuseppe Giarratano, membro assai
attivo della comunità della provincia nissena, però, ricorderà per
gli anni avvenire il periodo della pasqua del 2010: mercoledì 31
Marzo, infatti, quasi a volergli anticipare un poco gradito, e per
nulla menzognero, “pesce d’Aprile”, alcuni carabinieri,
rigorosamente in abiti civili, della stazione di Mussomeli, dopo
averlo atteso nei pressi dell’abitazione di un paziente, affidatogli
direttamente dal Tribunale di Caltanissetta, al fine di sottoporlo a 
perizia tecnica, lo hanno fermato e condotto in caserma per
sottoporlo alle consuetudini di rito.

Dallo scranno di un consiglio comunale
ad una cella del penitenziario “Malaspina” di Caltanissetta;
il passaggio, così rapido e traumatico, si è perfezionato
in poche ore. L’accusa contestata allo stimato
professionista, molto conosciuto soprattutto a Riesi, ricalca talune,
ataviche, radici di una “malapianta” chiamata corruzione: il
medico, infatti, nominato consulente tecnico d’ufficio nell’ambito di
un procedimento civile iscritto a ruolo presso il Tribunale di
Caltanissetta, avrebbe richiesto, al soggetto da sottoporre a
perizia, una somma di seimila euro, unico “rimedio” per il
rilascio di un esito positivo.

La medesima somma di denaro, infarcita
da altri cinquecento euro, pretesi quali anticipo spese, nonostante
il provvedimento redatto dal giudice del contenzioso civile ne
prevedesse solo duecentocinquanta, era in possesso di Giuseppe
Giarratano al momento del fermo impostogli dai carabinieri. Più di seimila euro per usufruire
del riconoscimento di una percentuale d’invalidità pari al 25%:
questo l’oggetto fondamentale di una denuncia presentata dal figlio
di un pensionato ottantenne di Villalba, vittima di un incidente
stradale, causa prima di uno stato di salute tutt’altro che
favorevole, sottoposto a visita dal dottor Giarratano.

L’accusato ha da subito smentito ogni
addebito: innanzi al gip, Antonino Porracciolo, il consigliere
comunale ha, anzi, ribaltato le accuse, descrivendo una volontaria
“donazione”  garantitagli dal figlio della vittima del
sinistro, finalizzata ad “ammorbidire” il verdetto peritale.Una storia di facili concessioni,
debolezze di pubblici ufficiali, rapporti informali: una storia
italiana, insomma. Purtroppo il nome del dottor Giuseppe
Giarratano, membro, peraltro, del Rotary Club “Valle del Salso”,
comprensivo delle circoscrizioni di Riesi, Delia, Mazzarino e
Sommatino, non è nuovo alla presenza tra le righe della cronaca
giudiziaria; nel Gennaio del 2009, l’organigramma della cosca gelese
dei Madonia subì una destabilizzazione per certi versi storica:
l’operazione “Atlantide-Mercurio” condusse agli arresti dei
fondamentali referenti del boss di Vallelunga Pratameno, Giuseppe
Madonia, approfondendo, però, ulteriori scenari della vita di una
cosca, decisamente coinvolta nel tessuto politico ed economico
territoriale.

L’indagine, infatti, individuò 
taluni “strani” movimenti elettorali, posti in essere nel
corso della campagna rivolta alle regionali del 2006. Gaetano Palermo, spalla del
“portavoce” del gruppo, Carmelo Barbieri, recentemente
condannato a quattro anni di reclusione, insieme al fratello
Giuseppe, a seguito del relativo giudizio abbreviato, era solito
recarsi a Riesi, al fine di caldeggiare la candidatura alla carica di
deputato regionale dell’attuale Presidente della Provincia di
Caltanissetta, nonché deputato regionale, appunto, Giuseppe
Federico, vera guida del Movimento per le Autonomie nisseno:
cinquanta euro per ogni voto favorevole.

Ma l’obiettivo era quello di
conquistare, in zona, sponsors ben più influenti: perché, allora,
non affidarsi ad un affermato medico? Coincidenza volle che il prescelto
fosse proprio Giuseppe Giarratano, al quale venne proposto un vero
baratto: voti in favore del candidato Federico in cambio di
un’intercessione volta all’ottenimento di un favorevole esito del
concorso per dirigente di primo livello del reparto di Oncologia
medica dell’ospedale “Sant’Elia” di Caltanissetta.

Il progetto, però, sfumò, perlomeno
con riferimento al passaggio di ruolo del medico, in quel periodo già
trasferito dal reparto di pneumologia a quello di oncologia. Ma la carriere politica del
professionista era solo agli albori; il vero exploit si concretizzò 
il 19 Maggio del 2008, attraverso l’elezione in seno al consiglio
comunale di Riesi, quale esponente di una lista, partorita dal
Movimento per le Autonomie, fazione vicina allo stesso Giarratano,
ribattezzata, “Autonomisti per Riesi”, trascinatrice del
candidato a sindaco, sconfitto però dall’avversario, Salvatore
Buttigè, Vincenzo Giannone, destinataria di un risultato complessivo
di 849 preferenze, pari al 12,22%.

In quella consultazione, Giuseppe
Giarratano raggiunse un lusinghiero obiettivo personale, centoventi
voti, sufficienti a fargli valicare la soglia del palazzo comunale. Oggi, invece, dopo il passaggio
dall’orbita autonomista a quella del Pdl Sicilia, le dure critiche
alla gestione Buttigè, il successo professionale, Giuseppe
Giarratano dovrà difendersi dalle dure accuse rivoltegli. L’Ordine Provinciale dei Medici e
l’Azienda Sanitaria Provinciale di Caltanissetta, oltre alla sezione
di Riesi del Pdl Sicilia, intanto, hanno statuito la sospensione del
medico. Un professionista che, forse, quasi a
voler smentire un motto, tanto caro anche ai membri del Rotary Club
“Valle del Salso”, non ha servito al di sopra di ogni interesse
personale. 

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