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“L’altra Chernobyl”: una produzione dal basso

Di Ciro Troise (da laltrachernobyl.com) il . Campania



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L’Istat ha recentemente espresso un
dato impressionante: ogni bambino che nasce a Napoli ha
potenzialmente due anni di vita in media a meno rispetto ai loro
coetanei delle altre regioni d’Italia. Questo è uno degli elementi
più scottanti, che emerge dal documentario “L’altra Chernobyl”,
realizzato da tre giovani studenti filmakers: Adriano Natale, Chiara
Cimini, Ottavio Mauriello. Il film di questi tre ragazzi, realizzato
con coraggio e scarsi mezzi, è il frutto di uno straordinario lavoro
di ricerca nel disastro ambientale compiuto in Campania da molti
anni, finito sotto i riflettori dei media nazionali soltanto con
l’emergenza rifiuti, che ha colpito la Regione Campania poco più
di un anno fa.

“L’altra Chernobyl” è un viaggio
condotto dai cineasti in tre zone centrali del massacro inflitto a
colpi di “monnezza” alla nostra regione: Pianura, Bacoli e
Chiaiano. Lo sguardo delle telecamere finisce proprio sulle cave, in
cui, in luoghi come Pianura, dal 1947 al 1994, quando fu chiusa la
discarica che la Regione Campania ha tentato di riaprire nel 2008, è
stato interrato di tutto, senza nessun criterio di rispetto
dell’ambiente e della salute delle persone. “Durante le riprese
abbiamo addirittura notato camion interi”- ci raccontano Adriano.
La realtà di Bacoli e della Cava Lubrano, sotto sequestro per lo
smaltimento di rifiuti tossici, accertato dai Tribunali di Napoli e
di Venezia, è stata spesso sottovalutata dai media locali e
nazionali e perciò gli autori de “L’altra Chernobyl” hanno
assolutamente voluto dare risalto a queste due gravissime situazioni.
L’Oms ha inserito Bacoli tra gli otto comuni della Campania con il
più alto tasso di mortalità, malformazioni e neoplasie, a causa del
reiterato sversamento di sostanze nocive compiuto nel Lago Fusaro dal
1967 ad oggi. Proprio a Bacoli i tre filmakers hanno provato le
difficoltà di chi mette in luce gli interessi perpetrati a danno
della collettività; infatti, quando si sono resi conto che
nonostante l’area fosse sotto sequestro, nella Cava Lubrano
continuasse lo smaltimento di rifiuti speciali, hanno subito minacce
dai proprietari di tale sito. Il viaggio dei tre ragazzi armati di
telecamere ha incluso Chiaiano, che rappresenta l’ennesima follia
compiuta dalla politica locale e nazionale nella materia di
smaltimento dei rifiuti e di tutela dell’ambiente. Infatti, nel
2008 è stata aperta la discarica di Chiaiano, compiendo una scelta
folle dal punto di vista geologico. I rifiuti, infatti, si stanno
depositando in alcune cave di tufo, materiale molto penetrabile e che
quindi può produrre seri danni alle falde acquifere.

“L’altra Chernobyl” non propone
però uno sguardo frammentato sui vari quartieri, ma un punto di
vista completo volto ad informare le persone dell’attacco al
diritto alla salute compiuto dalla politica locale e nazionale con la
scellerata e criminale politica attuata in materia di rifiuti.

Il lavoro dei tre filmakers è partito
da una ricerca compiuta dai ricercatori dell’ospedale Monaldi e
pubblicata nell’aprile 2009, in cui si evidenzia il rapporto tra i
rifiuti tossici, scaricati illegalmente nelle discariche campane, e
l’aumento delle malattie legate all’apparato respiratorio. Gli
studiosi analizzano ben 355 cartelle cliniche, appartenenti a
pazienti a cui era stato diagnosticato il mesotelioma pleurico, una
grave neoplasia respiratoria.

I ricercatori hanno individuato una
costante crescita di questa malattia in molti territori della Regione
Campania. Le realtà mostrate nel documentario “L’altra
Chernobyl” non esauriscono lo sguardo sulla devastazione ambientale
compiuta in Campania, ma servono come esempio per informare le
persone del grave attentato alla salute pubblica anche in altre zone
come il casertano o l’area a nord di Napoli con la discarica
“Cantariello”. I filmakers de “L’altra Chernobyl”, non
avendo molte risorse a loro disposizione, si sono affidati a
“Produzioni dal Basso”, uno strumento di autoproduzione popolare,
che consente a chiunque di pubblicare il trailer del proprio
prodotto. Con il tam-tam l’opera ha ottenuto quattrocento
prenotazioni al costo di 5 euro e quindi sono riusciti, con tanti
sforzi e molto entusiasmo, a produrre il documentario “L’Altra
Chernobyl”, che sarà poi acquistabile in dvd e sicuramente
trasmesso in occasione di festival e proiezioni pubbliche.

Guarda il trailer su http://laltrachernobyl.com/

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