Un’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Bolognaha portato all’arresto di 23 persone. Secondo l’accusa sonoaffiliati o fiancheggiatori del clan dei Casalesi autori di estorsioninella provincia di Modena.
Le indagini sono durate 18 mesi, hanno messo in luce come l’arrivo nell’area modenese diimprenditori edili dalla Campaniaabbia comportato anche il radicarsi negli stessi luoghi di persone legate alla camorra. Alcuni di loro individuavano Modena e la sua provincia come luoghi dove trascorrere periodi di soggiorno obbligato e “stabilire insediamenti criminali” in contatto diretto con boss dei Casalesi, qualiFrancesco Schiavone detto Sandokan, i fratelli De Falco, Francesco Bidognetti, detto Cicciotto e mezzanotte.
Roberto Alfonso, Procuratore Generale della Repubblica di Bologna, ha sottolineato il pericolo di radicamento nel territorio emiliano del clan dei Casalesi.
L’operazione chiamata San Cipriano ha messo in luce come gli imprenditori sottoposti ad estorsioni fossero scelti tutti tra i piccoli imprenditori edili originari della provincia di Caserta o comunque del Sud Italia, abituati – secondo gli investigatori – a “interagire con determinate realtà delinquenziali” e a subire in silenzio, senza denunciare i ricatti. Il legame tra vittime e estorsori è descritto come “stato di permanente soggezione psicologica … tale da indurle ad accettare con remissività il confronto, spesso anche connotato da particolare violenza, accettandone consapevolmente e quasi con fatalità le conseguenze”.
Al vertice dell’organizzazione sgominata ci sarebbe Alfonso Perrone, dettoAlfonso o’ pazzo, in stretti rapporti con Michele Zagaria, latitante da oltre 15 anni. Questa la dichiarazione di Amedeo Pazzanese, capo della Squadra Mobile di Modena.
L’inchiesta, condotta dal Gruppo di investigazione sulla Criminalità Organizzata (Gico) della polizia Tributaria e dalla squadra mobile di Modena, sta portando anche al sequestro del patrimonio accumulato dagli indagati attraverso l’attività di estorsione. Il Gico di Bologna sta procedendo al sequestro di 35 immobili, 23 tra auto e moto e 5 partecipazioni societarie, per un ammontare complessivo di almeno 6 milioni di euro.
L’operazione, partita alle prime luci dell’alba, ha impegnato 200 militari della Guardia di Finanza e unità cinofile, ed ha interessato le province di Modena, Mantova, Napoli e Caserta.
Il Procuratore Alfonso ha lanciato anche un appello alle vittime di estorsione.