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Amianto sul Tevere, rischio da arginare

Di Elisa Palagi il . Lazio

A rischio non solo la carica romantica di Ponte Milvio, ma anche la salubrità delle acque del Tevere. Dieci vecchi cassoni dell’acqua in eternit, ritrovati sulla sponda del fiume sotto il ponte famoso per i lucchetti degli innamorati, potrebbero infatti disperdere nel corso d’acqua polveri di amianto, dai comprovati effetti cancerogeni. Lo scorso 27 febbraio, in seguito a una segnalazione, Legambiente ha chiesto all’Ama la rimozione immediata dei pericolosi rifiuti e la bonifica dell’area. «Nonostante un tale ritrovamento nel centro di Roma sia scandaloso, non abbiamo ancora ricevuto nessuna risposta – spiega Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio – con le piogge di questi giorni il fiume è risalito e cresce il rischio che la corrente possa raggiungere i cassoni. Chiederemo a qualche ditta privata di rimuoverli come regalo alla città». Si tratta di uno dei frequenti casi di illegalità nello smaltimento dei rifiuti, operazione che se gestita irregolarmente può fruttare grossi guadagni a ditte di senza scrupoli, magari legate alla criminalità, organizzata e non, con gravi danni all’ambiente. «Il fatto che i cassoni siano avvolti nel cellofan ci fa pensare che la ditta incaricata abbia dichiarato di agire nella legalità, intascando cifre dell’ordine di migliaia di euro. Speriamo di identificare questi criminali, con l’aiuto degli abitanti della zona, per procedere alla denuncia penale» afferma ancora Parlati.

Dal dossier “Ecomafie” 2009 (in arrivo tra pochi mesi il dossier 2010), il Lazio è la quarta regione per numero di casi di irregolarità nel ciclo dei rifiuti, con 291 reati sui 3.911 commessi in tutta Italia. Tutte le province laziali, secondo la relazione annuale della Direzione nazionale antimafia, sono coinvolte in fenomeni di smaltimento illecito di rifiuti, al quale la criminalità organizzata si interessa. Rispetto al 2007, il 2008 ha visto per il Lazio l’aumento delle infrazioni accertate, 291 contro 288, della percentuale di infrazioni in ambito nazionale, 7,4% anziché 6 %, delle persone denunciate, 358 contro 354 e dei sequestri effettuati, 172 invece che 137, mentre il numero degli arrestati è sceso da 22 a 11. Un terzo dei 92 esposti esaminati dall’osservatorio Ambiente e legalità nel Lazio negli ultimi mesi, come dichiarato Lorenzo Parlati, riguarda discariche abusive e deposito illegale di rifiuti pericolosi. «il ritrovamento di Ponte Milvio si inserisce in un quadro preoccupante, dato che i manufatti degli anni ’60-’70 usati nell’edilizia, spesso contenenti eternit, in questo momento storico si stanno rompendo e devono essere smaltiti, con gravi rischi per l’ecosistema e per la salute umana, qualora l’operazione si intrecci con interessi criminali» puntualizza di nuovo Parlati. Per capire la gravità dell’abbandono dei dieci cassoni di eternit in riva al Tevere basta ricordare che l’esposizione alla polvere d’amianto provoca in Italia duemila morti all’anno per mesotelioma pleurico, data la diffusione di questa fibra, di cui l’Italia è stata secondo paese produttore europeo fino al 1992. A causa dei tempi di latenza della malattia, si prevede un picco di ammalati nel prossimo decennio, legato soprattutto all’esposizione indiretta. In aiuto alle istituzioni e alle forze dell’ordine, i cittadini possono segnalare gli atti contro l’ambiente, per il Lazio al numero verde 800 911 856.

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