All’istituto commerciale di Mazara il
premio «Mauro Rostagno»
È oramai diventata la città dei ragazzi che difendono la legalità e sono contro la mafia. Non lo mandano a dire ma lo affermano ad alta voce. Sono ragazzi che non hanno mai praticato la cultura del «fingere di non sapere» come dice il presidente del presidio «Peppino Impastato» di Libera, Vito D’Angelo. Adesso Calatafimi è qualcosa di più da quando una sera del novembre scorso i poliziotti vennero a snidare in una casa covo del centro storico il boss latitante palermitano Mimmo Raccuglia: quella sera tantissimi ragazzi si raccolsero sotto quella casa appaludendo la Polizia. Lo riconosce lo stesso sindaco Nicolò Ferrara che ha intenzione di introdurre in città la giornata della legalità un momento per far festa antimafia, ribadire i valori della democrazia e della libertà, la giornata dovrebbe coincidere esattamente con quella della cattura del latitante Raccuglia, il 15 novembre.
Calatafimi per la seconda volta ha ospitato ieri al teatro Alhambra il premio giornalistico «Mauro Rostagno». Il concorso vive qui la sua fase conclusiva perchè a farsene carico all’interno del coordinamento provinciale di Libera presieduto da Margherita Asta è il presidio di Calatafimi. Presenti buona parte dei 600 studenti appartenenti a tante scuole superiori della provincia di Trapani che hanno preso parte al concorso, giovani che ieri si sono «impegnati» in un esercizio di giornalismo, intervistando il capo della squadra Mobile di Trapani Giuseppe Linares (l’anno scorso era toccato al procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso). Ha vinto l’istituto tecnico Commerciale «Ferrara» di Mazara. I suoi studenti hanno colto l’attualità: la tematica dei beni confiscati e il rischio che una loro vendita all’asta li riporti in mani mafiose (questo il giudizio della commissione presieduta dal giornalista Roberto Morrione, presidente di Libera Informazione ed ex inviato di punta del Tg1 e in ultimo è stato direttore di Rai News 24), ma tutte le scuole non solo quelle finaliste (Calvino di Trapani, e le scuole di Alcamo Classico, Socio Pedagogico e Scienze Sociali) hanno presentato una serie di domande interessanti, «precise e appriopriate» ha commentato Morrione.
Il vice questore Linares ha risposto a tutte le domande, e parlando ai giornalisti in erba ha fatto riferimento ai giornalisti che svolgono questo mestiere, «mi auguro – ha detto rivolto agli studenti – che l’informazione sui giornali risulti adeguata alle vostre conoscenze». Linares ha parlato della mafia che cambia: «Esiste un sistema dove il mafioso non è più tale perchè “punciutu” ma perprecisi comportamenti. Oggi abbiamo la reazione della società ferma e sentita davanti ai delitti e alle stragi di mafia, uguale reazione bisogna mostrare dinanzi a quei fatti di corruzione, appalti pilotati, inquinamento della politica e delle imprese compiuti dalle stesse mani mafiose che hanno ucciso, solo che adesso sono diventate mani borghesi».
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