Le lacrime di Del Piero per Dodò
Stanno tentando di sublimare il loro dolore in una battaglia per la legalità, hanno scelto coraggiosamente di dare questo senso alla morte del loro unico figlio: Francesca e Giovanni Gabriele, i genitori del piccolo Domenico, l’undicenne rimasto vittima di un agguato di mafia avvenuto in un campetto di calcio nella scorsa estate, sono appena tornati da Torino, dove sono stati ospiti per una settimana di don Luigi Ciotti e di ‘Libera – associazioni, nomi e numeri contro le mafie’. Da questa esperienza sono tornati più forti e combattivi, hanno ritrovato un po’ di quella speranza, che in seguito all’uragano abbattutosi improvvisamente sulla loro tranquilla vita familiare, avevano dimenticato di possedere. Ora, nonostante continuino ad essere pieni di amarezza e a soffrire per una ferita che ritengono non si rimarginerà mai, sono tornati a credere che un mondo migliore può esistere e per questo sono pronti ad impegnarsi in prima persona per chiedere giustizia e per coinvolgere anche gli altri cittadini nella loro battaglia per la legalità attraverso iniziative che scuotano le coscienze. A Torino sono andati proprio per questo, per iniziare a realizzare un sogno, un evento molto importante per una città come Crotone, fin troppo indifferente ed assuefatta: una partita di calcio tra le vecchie glorie del calcio italiano (di Milan, Juventus e Inter) e la nazionale cantanti. Il ricavato dovrebbe essere poi devoluto per la costruzione di una palestra nella piccola scuola di ‘Pizzuta’, quella che frequentava Domenico. Proprio quello di cui lui lamentava l’assenza. Quella che ha frequentato è solo una scuola di campagna, infatti, molto umile da un punto di vista strutturale…
Dotarla di una vera palestra sarebbe anche un modo per lasciare un segno indelebile nella memoria di tutti gli alunni, quelli di oggi, che hanno subìto il trauma della morte prematura di un loro compagno e che hanno affisso sulle pareti della vecchia scuola, le sue foto e tante frasi colorate per chiedere pace, giustizia, legalità… E per tutti i bambini che la frequenteranno in futuro. A Torino Francesca e Giovanni, oltre a condividere dei momenti con don Luigi Ciotti, che grazie al suo carisma ha saputo far ritrovare loro finalmente un po’ di entusiasmo, hanno incontrato Alex Del Piero, il giocatore che per Domenico rappresentava un idolo. Ci sarà anche lui, come ospite, a Crotone in occasione della partita che ‘Libera’ sta programmando, anche se non potrà giocare. Con quel giocatore che il loro Dodò definiva “un grande”, i due coniugi hanno trascorso un pomeriggio ripercorrendo ricordi, proponendo iniziative utili a sostenere la legalità in una commovente condivisione del dolore.
“Del Piero – ha detto Francesca – conosceva già bene la nostra storia, anzi si è scusato con noi dicendo che lui aveva il dovere di venire a trovarci a casa e che avrebbe voluto farlo se solo gli fosse stato possibile. Gli abbiamo parlato di nostro figlio, di quanto lo amava e gli abbiamo fatto vedere le sue foto con il video che i compagni di scuola hanno realizzato dopo la sua morte. Ci siamo ritrovati accanto una persona molto sensibile – ha aggiunto – vedendo quelle immagini si è commosso, ha pianto insieme a noi e ci ha detto che, da padre, può capire il nostro dolore e quello che stiamo passando. Per me è stata una bella emozione, ho pensato a mio figlio e quanto sarebbe stato felice di essere lì in quel momento”. Del Piero ha promesso che verrà, che darà il suo contributo affinché la morte di quel bambino innocente non sia stata vana, ma possa almeno essere uno stimolo perché la gente comune si scuota e si impegni in nome della giustizia. Francesca e Giovanni a Torino sono stati ospitati all’‘Oasi di Cavoretto’, un’antica villa immersa nel verde, data in comodato al Gruppo Abele (che lavora a stretto contatto con Libera e don Luigi Ciotti) dall’Ism (International Solidarity Movement) al fine di offrire spazi e momenti di incontro a chi ha bisogno di trovare momenti di pace, riflessione e incontro in un’atmosfera di silenzio e di amicizia. Proprio ciò di cui avevano bisogno i genitori di Dodò, un posto in cui ambiente, qualità e giustizia sono i valori alla base di tutti i servizi, che vengono infatti offerti nel rispetto dell’ambiente e dei diritti delle persone. “Conoscere quel luogo – ha detto Giovanni Gabriele – per noi è stato importante. Ci hanno accolti come persone di famiglia e poi ci è servito vivere un momento immersi nella pace. Lì c’erano tante altre persone in difficoltà come noi, ci hanno fatto sentire meno soli e con la loro cordialità ci hanno aiutati a trovare la forza di andare avanti”.
Ora i due coniugi si stanno preparando per andare a Milano: “il 20 marzo – ha detto Francesca – è la ‘Giornata della memoria e dell’impegno’ dedicata a tutte le vittime della mafia, anche noi saremo lì per dire no alla criminalità e alla violenza. Vorremmo che la Calabria in quell’occasione facesse la sua parte. Per questo lancio un appello ai crotonesi e ai calabresi a partecipare e a far sentire la loro voce perché credo che chiedere giustizia e legalità sia un dovere di tutti, visto che è nell’interesse di tutti. Basti solo pensare che quello che è accaduto a noi poteva capitare a chiunque altro”.
* da Il Crotonese
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