Una sera e una mattina a Reggio Emilia
Vi opera un gruppo di volontari, motore di iniziative culturali e di aggregazione sociale, punto di riferimento dei giovani e degli immigrati, sostenuto dal Comune, in questa città padana ricca di storia, di benessere e sviluppo, di partecipazione civile e politica, ma non priva di contraddizioni.
La sede è sotto Porta Nuova, al confine della centrale Via Roma, un tempo abitata da borghesia mercantile, possidenti agrari e industriali, oggi punteggiata dagli insediamenti di immigrati, molte le insegne cinesi, stanze affittate a gruppi e famiglie di lavoratori pachistani, maghrebini, filippini, qualche episodio di microcriminalità e fama di insicurezza. Il ritrovo è accogliente, aperto dall’alba a sera tarda, ha prezzi modesti e rigorosamente non vi si beve alcolici. Nella sala adiacente, un fitto programma di dibattiti, confronti tematici, presentazioni di libri e di nuovi percorsi web. Da Savater a Travaglio vi si sono alternati scrittori, filosofi, giornalisti di prima linea, sociologi, artisti. Vi nascono iniziative di volontariato, per animare un’opinione pubblica evoluta, ma spesso distratta e disimpegnata, seduta sull’orgoglio dell’alto reddito, dei buoni servizi sociali, dell’antica tradizione di sinistra, oggi come intorpidita, confusa nel generale clima di incertezza e delle paure alimentato dalle televisioni berlusconiane.
Anche questa sera da La Gabella viene uno stimolo nuovo, la denuncia della crescente presenza delle mafie nell’economia legale del territorio, con un allarmato richiamo all’attenzione dei cittadini che i giornali e le emittenti locali sottovalutano o ignorano, non cogliendo lo stretto collegamento che lega arresti e inchieste giudiziarie agli allarmi della Direzione Nazionale Antimafia e delle Procure, che chiamano in causa clan di Calabria, Campania, Sicilia, il Gotha di ‘ndrangheta, camorra, cosa nostra. Nella sala affollata e attenta ne parlano tre giornalisti, Roberto Morrione, presidente di Libera Informazione, Alberto Spampinato, responsabile dell’osservatorio Ossigeno, che insieme con la Federazione della Stampa cerca di tutelare i cronisti minacciati dalla mafia, Gerardo Bombonato, che guida l’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna. Al loro fianco è Daniele, a nome di Libera Reggio Emilia, che si è prodigata per la serata insieme con il circolo La Gabella.
E’ una delle prime iniziative dell’accordo che Libera Informazione ha raggiunto con l’Assemblea Legislativa della Regione, per sollecitare la stampa locale e l’opinione pubblica a conoscere, denunciare e contrastare l’invasione dei capitali di origine mafiosa, dal trasporto terra nell’edilizia, ai centri commerciali, al traffico di droga, alla gestione dei rifiuti tossici, al gioco d’azzardo. Spampinato presenta anche il suo libro “C’erano bei cani ma molto seri”, che descrive la vita, l’impegno giornalistico e la morte del fratello Giovanni, giovane cronista de “L’Ora” assassinato nel ’72 a Ragusa. Insieme con la trama delle complicità alla base del riciclaggio dei capitali criminali, emerge la necessità di un’informazione continua e più approfondita, che leghi le notizie su arresti di mafiosi al loro contesto, ai clan e alle imprese già compromesse e indagate, Reggio Emilia alle zone del Meridione dominate dalle cosche e dal sistema affaristico in cui prosperano. Emergono senza remore i limiti e i condizionamenti di un’informazione sempre più pervasa da interessi esclusivamente economici e d’affari, dalla caccia al guadagno a ogni costo degli editori, che spesso si basa sullo sfruttamento del precariato professionale, insieme alla subordinazione al potere di direttori deboli o compromessi che non difendono l’autonomia della propria Testata.
Emerge la necessità di “fare rete”, di unire in un unico impegno cronisti, redazioni locali, associazioni civili, con in testa l’attività già sviluppata di Libera, scuole, università, centri culturali, il mondo giovanile del web, a partire dalle radio ancora indipendenti. L’obiettivo del percorso è di formare con i Comuni e l’istituzione della Regione archivi della memoria, di una conoscenza non soffocata dal gossip, dalla banalità e dai modelli consumistici, dai conflitti d’interesse che, a partire da quello gigantesco del Presidente del Consiglio, si moltiplicano nel territorio causando il corto circuito del sistema mediatico. Dopo questa sera a La Gabella, la mattina seguente l’identico impegno si trasferisce fra i ragazzi e gli insegnanti del liceo scientifico Aldo Moro, a cui si aggiungono gli studenti dell’istituto d’arte Chierici.
Insieme con Morrione e Spampinato porta la sua testimonianza Camillo Galba, segretario dell’Associazione Stampa dell’Emilia Romagna. In quattro ore di discussione, mai disturbata, seguita con partecipazione, emergono un po’ alla volta la voglia di conoscere più a fondo il problema, le idee, le speranze e i crescenti timori per un futuro incerto, le iniziative che questi ragazzi, quando guidati da insegnanti sensibili, cominciano a costruire sulla strada della legalità, del rispetto della Costituzione, del rifiuto di ogni forma di violenza e sopraffazione dei diritti dei cittadini. E si parla dell’appuntamento del 20 Marzo a Milano, per la manifestazione che Libera ogni anno nel primo giorno di primavera dedica al ricordo delle vittime di mafia e all’impegno contro l’illegalità. Tanti ragazzi del liceo Moro e dell’istituto Chierici saranno a Milano, con i loro insegnanti, per portare la testimonianza di Reggio Emilia. Si stanno prenotando i pullman ed è davvero un buon segnale.
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