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Lucania dei misteri

Di Stefano Fantino il . Basilicata

Ricordo ancora la mia prima
visita in terra lucana. Quando scende il giorno e sale la nebbia, ne
assapori anche i misteri. E  così Potenza diventa la metafora
di quella Basilicata oscura e nebulosa, quella degli omicidi inspiegabili,
delle misteriose sparizioni, del malessere sotterraneo. E il ritrovarsi
ha sicuramente il valore di cercare di spiegare e dare voce a questo
malessere, a confrontarsi per cominciare e continuare un percorso. Un
percorso di informazione che da fine gennaio Libera Basilicata sta portando
avanti con lo strumento sempre valido della radio. Un’ora di programmazione
presso la web radio RedAzione che ha chiamato l’associazione guidata
a Potenza da don Marcello Cozzi a condurre settimanalmente in studio
un approfondimento sui temi della legalità e della mafia in terra lucana. 
L’emittente è nata dalla volontà di un gruppo di giovani, fuoriusciti
da varie esperienze associative e anche politiche di fornire informazione
costantemente globalmente, la scelta della web radio, a coetanei e solo,
soprattutto riguardo a temi culturali e sociali. Lo scopo è quindi
quello di «fungere da megafono» su alcuni temi che passano spesso
inosservati, all’interno di una realtà informativa che dovrebbe costantemente
migliorarsi e proporre al pubblico tematiche così pregnanti e importanti.  

La criminalità 
organizzata lucana denominata Basilischi ha mostrato il volto di una
mafia violenta, radicata nel territorio, capace di fare proseliti e
costruire consenso. È collusa con il potere politico e protesa
verso i centri massonici occulti pronta a spartirsi i ricchi affari
che nascono dai finanziamenti comunitari e pubblici. Con queste
parole, che introducono la sezione riguardante la Basilicata nella recente
relazione a cura del Ministero dell’Interno sulle attività di contrasto
al traffico di sostanze stupefacenti operate in regione nel 2008, il
coordinamento lucano di Libera ha voluto nuovamente esprimente la necessità
di non essere dimenticati. Appello rivolto soprattutto ai lucani stessi,
spesso all’oscuro della presenza di una mafia violenta e di poteri occulti,
il cui fine è la spartizione di ingenti finanziamenti pubblici. Ma
non sempre, talvolta, avvenimenti anche recenti della cronaca giudiziaria
hanno liquidato la questione lucana come malagiustizia e malversazioni
di poco conto: su questo nella puntata iniziale don Marcello Cozzi ha
voluto mettere un punto fermo.

L’importanza fondamentale dell’informazione
è l’unica via di fuga da uno stato di narcosi che ha permesso
di ignorare negli anni molte vicende, dalle sparizioni agli omicidi
anomali, agli scandali di “Toghe Lucane” che richiedono uno sforzo
in più per scoprire la verità.  

E nella seconda puntata cominciano
ad essere affrontati temi che, pressoché ignorati dal grande pubblico,
vedono nella piccola Basilicata il crocevia di traffici ben più grandi
della sua estensione territoriale. A cominciare dal tema dei rifiuti
tossici ben sviscerato nell’ora del programma. Da un lato la dura realtà
della Itrec di Rotondella costruiti a cavallo tra anni 60 e 70 per riprocessare
materiale esauriti delle centrali nucleari e andato in disuso ben presto,
lasciando in eredità 64 elementi di materiale irraggiato proveniente
dagli Stati Uniti. Materiale ancora presente in quell’angolo di Lucania,
considerato fin dagli ‘ndranghetisti, racconta il pentito Fonti ben
noto per le vicende delle navi a perdere, posto di nessuno e quindi
sito perfetto per stoccare i rifiuti storici che la mafia calabrese
doveva smaltire. Durante la puntata la lettura dei testi dell’audizione
del magistrato Nicola Maria Pace, già alla Procura di Matera, ha fatto
risalire a galla svariati elementi per cui all’interno della piccola
regione i traffici e gli interessi si annodino molto spesso a quello
di più grandi e conosciute realtà criminali. Piccole e importanti
storie che piano piano vengono rivelate anche grazie al coraggio di
chi, per la prima volta davanti al microfono, ritiene doveroso aprire
la bocca. Per chi, in futuro, sarà ancora lì ad ascoltare.

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