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Cosentino: la sceneggiata delle dimissioni

Di Peppe Ruggiero il . Campania

Una telenovela infinita. Ma sarebbe il caso di definirla una “sceneggiata”. Le dimissioni di Nicola Cosentino, da coordinatore campano del Pdl e da sottosegretario dell’Economia sono arrivate sul tavolo del Presidente del Consiglio come un fulmine a ciel sereno. “Mi sono dimesso per difendere la mia dignità.” sono state le parole del sottosegretario. Una dignità accantonata quando il sottosegretario fu accusato da ben sei pentiti di fiancheggiare il clan dei Casalesi. Ma c’è dignità e dignità. E qui ora è in gioco il ruolo ed il potere nel suo feudo casertano. Dopo il voto della Camera, che ha respinto l´arresto chiesto nei suoi confronti dalla Procura di Napoli per concorso esterno in associazione camorristica nell’indagine sulle ramificazioni del clan dei Casalesi, Cosentino ha inanellato una serie di sconfitte politiche di peso: dal ritiro della sua candidatura a governatore fino alla designazione di Pasquale Zinzi, Udc, a presidente della Provincia di Caserta al posto del senatore Pasquale Giuliano da lui designato. Un affronto nella sua Caserta che non poteva accettare. Qui Nicola Cosentino può contare su nove tra deputati e senatori eletti, su 4 consiglieri regionali, 40 sindaci e sempre grazie al suo “lavoro militante”, il Pdl ha raggiunto il 52% alle politiche ed il 47% alla recenti europee. Un potere enorme. Un pacchetto di voti e di aspettative che non possono essere “barattati” per un rappresentante di un partito, quale quello dell’Udc, ben al di sotto dell’10%. Come hanno potuto osare “decidere” a casa sua. Solo ed esclusivamente per logiche elettorali. La candidatura di un rappresentante dell’Udc nel suo feudo mette a rischio la legittimazione politica. E sappiamo bene cosa significa in Campania ed in particolar modo in provincia di Caserta, consolidare, mantenere il riconoscimento politico. E le reazioni sono state immediate. Dopo solo quattro ore è arrivata puntuale la nota del Premier : «pur apprezzando le nobili motivazioni che hanno indotto Cosentino a compiere un gesto volto a far sì che durante la campagna elettorale in Campania non vi possano essere strumentali ragioni di polemica da parte dell’opposizione, nel rinnovargli la mia stima non posso che invitarlo a continuare nel suo lavoro nell’interesse del partito e del Paese respingendo le sue dimissioni». Ora la palla ritorna nelle mani di Cosentino. Ed era quello che voleva. O ritirare in toto le dimissioni o accettare di rimanere al Governo, abbandonando il ruolo di coordinatore Pdl in Campania e giocare da solo, al limite con una lista civica, la partita nella sua Caserta. Nicola Cosentino da politico navigato si prenderà dei giorni per riflettere e decidere. Tutto come aveva previsto. Il banco è ritornato nelle sue mani. Qualsiasi decisione prenderà, il messaggio è arrivato. Forte e chiaro. Nella capitale ma soprattutto è arrivato nella sua Caserta. Perche’ alla fine non c’è in gioco la dignità. Qui c’è in gioco molto di piu’. Voti, impegni, promesse, consensi, potere e legittimazione. E non è poco nella “terra dei mazzoni”, a soli 50 km da Napoli.

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