Mafia e politica: il presidente di Avviso Pubblico scrive a Pisanu
“Apprendiamo – scrive Andrea Campinoti in una lettera al presiedente della Commissione Antimafia Pisanu- che la prevista approvazione del protocollo attuativo del Codice della Commissione parlamentare antimafia, che si propone di contrastare il rapporto tra mafia e politica impedendo la candidatura di persone rinviate a giudizio per gravi reati, è stata inaspettatamente bloccata dalle obiezioni sollevate dall’onorevole Antonino Caruso, capogruppo del PDL”.
Il Protocollo proposto dall’onorevole Fabio Granata (PDL), come si apprende dalla stampa, gode del favore di tutte le forze politiche presenti in Commissione, del Presidente Pisanu e di altri autorevoli membri del PDL, tra i quali l’onorevole Angela Napoli. “Questo largo consenso verso il Protocollo- continua Campinoti- è un dato politico rilevante che, a nostro avviso, testimonia come esso sia ritenuto uno dei possibili e necessari strumenti in grado di incidere concretamente sui rapporti tra mafia e politica, tutelando nel contempo le garanzie previste dal nostro ordinamento e dalla nostra Costituzione”.
Nel documento finale: Per una politica di legalità, presentato a Contromafie, Avviso Pubblico ha chiaramente affermato che «mentre può esistere una politica senza mafia, la storia del nostro Paese ci dimostra che non può esistere una mafia senza politica», ricordando come dal 1991 ad oggi sono stati emessi ben 190 decreti di scioglimento di consigli comunali per infiltrazione mafiosa.
“Ribadendo con forza la nostra posizione-conclude il presidente- Avviso Pubblico sollecita tutte le forze politiche, ed in particolare modo l’ onorevole Antonino Caruso, ad operare per una rapida e unanime approvazione di quello che è stato definito “Protocollo delle candidature pulite”.
È tempo che la responsabilità della politica recuperi il primato sulla responsabilità penale. È tempo che i partiti e i singoli parlamentari diano segnali concreti di cambiamento tesi al recupero di una dimensione etica e collettiva in cui il “noi” prevalga “sull’io “.
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