L’Isola possibile
L’espansionismo del gruppo di costruttori Caltagirone in Sicilia, la gestione dei rifiuti nella provincia di Messina, l’assalto ai Parchi iblei, il processo alla più potente famiglia di Trapani, quella del senatore D’Alì, la nascita di cooperative di operai che gestiscono aziende siciliane. Queste alcune delle inchieste raccolte nel nuovo inserto di Left che da questo mese ospita il primo numero del mensile siciliano “L’Isola possibile” presentato oggi alla Camera, alla presenza di Renato Camarda, Claudio Fava, Roberto Morrione, Leoluca Orlando, Ilaria Bonaccorsi e molti altri.
“Conoscere per deliberare. Questo – sottolinea Renato Camarda de L’Isola possibile – l’obiettivo che ci guida da molti anni in Sicilia, nell’intento di dare l’informazione libera che consenta ai cittadini di poter scegliere”. Renato Camarda, caporedattore del mensile diretto da Marco Benanti, è un punto di riferimento storico del giornalismo siciliano e catanese. In questi anni, dall’Italia come dall’estero, non ha smesso di occuparsi di Catania e della Sicilia. Qualche anno fa a Catania, in pieno monopolio editoriale (sorretto da comitati di affari politico – economici) investì in un free press, lo chiamarono Catania Possibile, invadendo con 12mila copie la città, ai semafori, alle edicole, nei bar. Quell’esperienza, che continua nella città di Catania, aveva alle spalle proprio il mensile siciliano, l’Isola Possibile.
“Ci portiamo dietro il passato de “I Siciliani nuovi” ma anche di “Città e utopia” di Nicola Torre – dichiara Camarda – e a quest’ultimo dobbiamo il nome della testata. Questa opportunità di uscire, grazie a Left, fuori dalla Sicilia per raccontare quello che accade nell’isola al resto dell’Italia e i sistemi di potere economico – politici che si incontrano sull’asse affaristico – imprenditoriale, è una scommessa che continuiamo a portare avanti. Intendiamo farlo cercando di sperimentare un linguaggio nuovo capace di raccontare e di innovare,”. “Crediamo – commenta la direttrice di Left, Elisa Bonaccorsi – nell’importanza di aprire le porte al laboratorio siciliano, specie in questo momento in cui, duri attacchi alla libertà di stampa, sono sotto gli occhi di tutti. Così – sottolinea la Bonaccorsi – scommettiamo sulla Sicilia, e facciamo in modo che Left con le sue gambe riesca a portare avanti le penne coraggiose di questa terra e le istanze, i racconti, le analisi che da qui arrivano”.
Una libertà di stampa ormai oggetto di politiche volte a soffocarla. Lo ricorda nel suo intervento, con forza, Roberto Morrione, presidente di Libera Informazione. “Se il Dl sulle intercettazioni, nelle prossime settimane in via di approvazione, fosse già effettivo, non solo non avremmo saputo niente delle vicende che hanno travolto in questi giorni la protezione civile e il Governo. Ma la stessa procura di Firenze non avrebbe potuto acquisire quelle intercettazioni come prova per dare origine ad altre indagini, perchè come stabilito nel ddl, quelle intercettazioni non possono essere usate per dare inizio ad altre indagini, per reati diversi da quelle per le quali sono state disposte ed acquisite. Dopo il 3 ottobre, la manifestazione in difesa della libertà di stampa, si continua, con Fnsi, con cittadini e associazioni, a difendere questo fondamentale articolo della Costituzione”.
Come dire: il monopolio catanese, in cui si sono intrecciati in questi anni, affari, finanza, politica e concentrazione mediatica dei canali di informazione nella città, non è che solo l’inizio. Oggi il Governo, già portatore di un pesante conflitto di interessi, sta mettendo le mani sulla legislazione che regola informazione e attività della magistratura. “In tempi come questi – conclude Morrione – fare rete, mettere in comunicazione costante, le esperienze positive di questo paese, nel giornalismo come nella società civile, è centrale. Lo sarà anche a Milano, il prossimo 20 marzo nella giornata che Libera dedica al ricordo di tutte le vittime delle mafie, proprio perché – come sottolineano anche le primissime inchieste di questo numero di Isola possibile – le mafie e la corruzione agiscono da tempo nel centro – nord del Paese. La “testa del serpente” invece continua a rimanere ancorata alle regioni del sud Italia”.
Come la Sicilia, come Catania. “Questo mensile – commenta Claudio Fava – fa informazione e non controinformazione, perchè raccontare come il gruppo Caltagirone si stia letteralmente “mangiando” la città, è fare informazione. E’ dovere del giornalismo. Le cose buone – chiosa Fava – come I Siciliani, come Avvenimenti (che diede i natali a Left) non si perdono mai del tutto. E questa esperienza che oggi si unisce a Left e raggiunge tutto il territorio nazionale, ne è una prova”. Il cuore è al posto giusto, insomma. Là dove la terra è più arida crescono i fiori più belli.
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