Alle leggi razziali bisogna disubbidire
I “reati” di padre Carlo, se anche fossero veri, non sarebbero affatto reati nuovi: c’erano già prima. “Aiuto a schiavi evasi”, come nell’Alabama dello Zio Tom. “Aiuto a ebrei fuggitivi”, come nell’Italia del duce. Non sono affato reati, in verità. Sono doveri per chi è cristiano – sono obbligo per chi è civile – sono vergogna incancellabile per chi ne ha fatto “legge” e angheria.
Alle leggi ingiuste bisogna disobbedire. Bisogna far fuggire gli schiavi, nascondere gli ebrei, aiutare i “clandestini”. Per noi cittadini italiani (non padani, non mafiosi: italiani) è un dovere precisissimo che ci ordina la nostra sovrana, la Costituzione. E’ infedele quel funzionario che, nascondendosi dietro “leggi” antiitaliane, tradisce la Repubblica e viola il giuramento alla Costituzione. “Io eseguivo gli ordini” non è, e non è mai stata, una giustificazione.
La Fiat ora proclama apertamente: “Al diavolo voi siciliani! Io vi licenzio tutti quanti e porto le mie fabbriche in Cina”. Ai vecchi operai settentrionali: “E’ vero, mi avete servito per quarant’anni – dice – Mi avete permesso di nascondere miliardi e miliardi all’estero e di governare di fatto il vostro paese. Che importa! Al diavolo anche voi tutti. Le prossime Cinquecento le farò in Messico o in Brasile”.
E il popolo, instupidito, tace. Fino a quando?
* direttore de Ucuntu
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