Una sanità centrata sull’individuo portatore di diritti
Politiche della salute e dettato costituzionale. Può riassumersi così il lavoro del cantiere sulla sanità svoltosi ieri nella tre giorni di Strada Facendo. Analisi e approfondimenti concreti che mettono in luce le problematiche che minano alla base il servizio sanitario nazionale. Quello della sanità è uno dei settori più importanti del sistema paese, 250 mila occupati, pari al 6% della forza lavoro italiana, un vortice di denaro, diretto e indiretto, che ruota attorno alla settore è di 149 miliardi di euro, pari all’11,1% del Pil. Tuttavia, nonostante il “peso” in termini di forza lavoro e di ricchezza, la sanità italiana presenta problemi strutturali che necessitano di politiche adeguate, “alte”, per essere risolti. Siamo di fronte, infatti, allo sgretolamento continuo del sistema e delle politiche che ne sono alla base. Spesso, e in modo preponderante nelle regioni meridionali, non sono garantiti livelli essenziali di assistenza. Le strutture pubbliche sono fatiscenti, abbandonate all’incuria, incapaci di fornire alla popolazione il diritto primario alla salute. Fioriscono e si moltiplicano strutture private convenzionate, supplendo alle deficienze del pubblico, ma di fatto privatizzando importanti settori del sistema sanitario. Con evidenti ed allarmanti casi di corruzione, connivenze, collusioni. La sanità è una delle voci più imponenti dei bilanci delle amministrazioni pubbliche, e di fatto, si è trasformata in una macchina di soldi per politici, mafiosi e affaristi. Basti pensare alle Asl sciolte per infiltrazioni mafiose, alle inchieste sulle aziende sanitarie convenzionate in Sicilia, alle tante “sanitopoli” in Puglia, Campania, Calabria e Lazio. In una situazione del genere, e con la prospettiva del federalismo fiscale, il rischio, se di rischio si può ancora parlare, è che in Italia ci saranno due sistemi sanitari: funzionale e moderno al nord, allo sfascio al sud.
Si è parlato anche di fragilità, dipendenze, salute mentale, nelle carceri e per gli immigrati, tematiche trasversali rispetto agli altri settori, che tuttavia ribadiscono ancora la necessità che la salute rientri tra i diritti della persona. Come previsto dalla Carta costituzionale, quando pone l’accento sull’individuo, rompendo l’equazione sanità-cittadinanza.
Il diritto alla salute deve essere centrato sulla persona e non sul cittadino: cure adeguate devono essere garantite agli individui in quanto esseri umani e non cittadini che pagano le tasse, a prescindere dal colore della pelle, dello status sociale o dalla provenienza geografica. Da Terni l’impegno a lavorare per sistema sanitario nazionale, capace di evitare sprechi, di garantire standard migliori, che possa essere economicamente compatibile e socialmente sostenibile. Sperando che “lassù” qualcuno ci senta…
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