Urliamo, cantiamolo forte
Non è raro che che i giovani che vengono ai nostri concerti ci chiedano in che modo un singolo possa impegnarsi nella lotta alla mafia. E’ una domanda semplicissima a cui forse non si può dare una risposta semplice ed univoca. Crediamo che ognuno possa trovare il suo modo di portare un contributo alla causa antimafia. Noi, da musicisti piccoli piccoli, cerchiamo di fare la nostra parte scrivendo canzoni, e magari a volte progettando carovane musicali come quella che ci ha portato a suonare, nella primavera del 2009, sui beni e nelle terre confiscate alle mafie. Una piccola utopia che questa volta non è rimasta tale per merito di quelle ragazze e ragazzi che, come volontari o come lavoratori delle cooperative di Libera, ci hanno accompagnato ed accolto su quei beni e su quelle terre.
Dire che sia stata una esperienza esaltante e indimenticabile è sicuramente riduttivo. Perchè non è stata solo un’esperienza figlia di un momento, emotiva. Abbiamo avuto modo di vedere coi nostri occhi, di sentire con le nostre orecchie, in alcuni casi abbiamo sentito la terra con le nostre mani. Questo rimane dentro e sedimenta e viene rielaborato. A mesi di distanza da quell’evento abbiamo avuto modo di risentire quelle sensazioni, ne è uscito un dvd con il meglio e il peggio di quel viaggio. Ora forse sappiamo qualcosa in più sulla antimafia, forse riusciamo a rispondere meglio alla domanda “che cosa possiamo fare, noi?” Sicuramente non c’è bisogno di essere super eroi per fare qualcosa di buono. Abbiamo conosciuto tante donne e uomini che lavorano i terreni confiscati alla mafia che non sono affatto eroi o per lo meno non ci tengono affatto ad esserlo. Sicuramente hanno coraggio, questo si. E tanto da venderne. E hanno fatto una scelta. Hanno scelto di lavorare nella legalità, di ridare vita a terreni violentati e spesso non più prod uttivi, di dare un futuro diverso a se stessi e ai loro figli. Noi, società civile, abbiamo come minimo l’obbligo morale di star loro vicini, di sostenerli, di non farli sentire soli in questa lotta. Perchè di lotta stiamo parlando. E non solo morale deve essere questo sostegno.
Fare, fare, fare. Ognuno deve dare quello che può e deve fare quello che sa fare. Tu! Sei un musicista? E allora scrivi canzoni che parlano di antimafia, che parlino della gente che non ne può più della sopraffazione in cui vivono, parla dei morti ammazzati, del lavoro che non c’è, dei diseredati. Tu! Sei un regista? Gira un film! Tu! sei uno scrittore? E allora scrivi libri e scrivi la verità, quello che i tg non ci dicono. Scrivi che quei poveracci che sbarcano, se il mare non è in tempesta e li fa annegare come topi, sulle nostre coste sono costretti dalle mafie a raccogliere pomodori e agrumi come i peggiori schiavi prima della guerra di secessione nordamericana. Raccontiamo, non sottovoce come se dovessimo vergognarci di parlare di queste cose. Urliamolo, cantiamolo forte. Anche stonati, va bene lo stesso, o sgrammaticati, va bene uguale.
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