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Una scommessa che si chiama Upress

Di Norma Ferrara il . Sicilia

A dispetto  del monopolio editoriale. Alla faccia. Insomma, nonostante. Siamo a Catania la città che vive con un solo polo editoriale, ma continua a crescere, a produrre esperienze di giornalismo, efficaci e innovative.  Siamo qui  nella città dell’elefante e del buco nel bilancio comunale dell’amministrazione Scapagnini, a raccontare di un portale universitario (Stepone) e della sua Radio (Zammù), del nuovo progetto, Upress, una onlus per la promozione del giornalismo universitario e di iniziative culturali. Perché l’unico requisito richiesto da queste parti rimane sempre lo stesso da quel lontano 1984 in cui la mafia uccise il giornalista Pippo Fava, direttore de I siciliani: continuare. Non comportarsi da vittime, creederci e fare questo lavoro sempre meglio. Sempre con maggiore attenzione.  Quella di Fava è una storia che rivive anche nel laboratorio di giornalismo permanente che è il portale universitario  Step one, coordinato da Gianfranco Fallaci.  Un’informazione che non si accontenta della notizia, cerca i fatti, e li racconta sperimentando linguaggio e forme di comunicazione. Una palestra di giornalismo in continuo movimento. In rete, rigorosamente.

E’ notizia di oggi che la Federazione nazionale della stampa ha deciso di dare il suo appoggio all’associazione. “Una breve lettera firmata Franco Siddi e Luigi Ronsisvalle (rispettivamente segretario generale e vicesegretario) della Federazione nazionale della stampa italiana contiene una notizia che riempie di soddisfazione noi di Upress: il sì alla nostra richiesta di patrocinio – scrivono dall’associazione.  La Fnsi, sindacato unitario dei giornalisti italiani (controparte della Fieg, la Federazione degli editori), ha deciso anche di stanziare un contributo economico di 1.500 euro a favore della nostra associazione per la promozione del giornalismo universitario”.

“La nostra forza è essere un gruppo affiatato, sebbene sempre in cambiamento, con poche forze e risorse, ma tanta voglia di raccontare  i fatti che ci circondano, non solo quelli dell’università ma anche quelli della città nella quale stiamo crescendo”. Cosi Federica Motta, redattrice del portale, racconta in  la sua “Step one” candidata lo scorso anno al premio Ischia,  perché capace di smontare una “bufala” regalata in pasto ai lettori dal giornale La Sicilia, del monopolista Mario Ciancio.  “Noi ci proviamo, siamo studenti, alcuni ex ed oggi lavoratori. A Catania ci siamo confrontati con altri modi di fare informazione, siamo spesso additati come quelli che sono “sempre in mezzo”, non siamo sempre ben visti, ma c’è un grande sostegno intorno. Sul caso dello scandalo della facoltà di Farmacia a Catania abbiamo seguito a fondo la notizia, sentito professori e studenti. Dopo lo scandalo ha avuto dimensioni nazionali e molti  atenei sono corsi ai ripari. In quel caso come in altri che seguiamo quotidianamente abbiamo sentito il dovere di fare informazione nei riguardi dell’ università, della salute degli studenti messa in pericolo dall’uso di sostanze nocive, ma anche della città,  che è il luogo in cui ci stiamo formando come cittadini.   Da queste due esperienze positive Step one e Radio Zammù, che raccontano Catania e l’ateneo cercando di integrare città e studenti, parte l’idea del progetto di Onlus “Upress”. “Upress è un’ associazione culturale nata per promuovere le due esperienze di Step one e Radio Zammù, testate giornalistiche composte da studenti giornalisti – dichiara Giorgio Pennisi presidente dell’associazione e direttore di Radio Zammù.  L’associazione ha dato il via ad una sottoscrizione che comprende docenti, professionisti, giornalisti, per creare una vera e propria associazione di promozione e formazione di queste attività universitarie. Il risultato è abbastanza positivo, tanti docenti hanno aderito, molti giornalisti professionisti, e larga parte del mondo della cultura,. Anche l’Ateneo ha dato il suo sostegno, ci ha accolto positivamente nei limiti del possibile, considerando le normali difficoltà economiche. Cercheremo di dare la possibilità di avviare alcuni redattori alla pratica pubblicistica, nei prossimi mesi coinvolgendo altre associazioni anche organizzazioni di eventi, feste, concorsi e corsi. Tutti legati a quelli che sono i nostri fini, collegati alla promozione.del giornalismo universitario”.

Una associazione universitaria, quella descritta da Pennisi, ma anche una realtà capace di mettersi in rete con le altre realtà sul territorio e di crescere e promuovere libertà di stampa e territorio, in sinergia con le altre realtà esistenti e che già operano. Per continuare. E che oggi ottiene un riconoscimento in più: quello della Federazione nazionale della Stampa italiana. 

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