Processo Addiopizzo
“Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”: con questo slogan gli studenti di Addiopizzo facevano irruzione nel 2005 tappezzando con un invito al coraggio una Palermo silenziosa.Cinque anni dopo, la città siciliana si sveglia con la luce di un’alba diversa.
L’inchiesta “Addiopizzo”, che prende il nome dal movimento di giovani, si chiude con le prime condanne record. 141 anni di galera per 13 dei 17 imputati protagonisti del racket delle estorsioni. Trent’anni di carcere per il boss Salvatore Lo Piccolo e per il figlio Sandro. E poi una serie di condanne per gli aguzzini che taglieggiavano i commercianti di alcuni quartieri di Palermo.
Il processo parte da un’inchiesta della Squadra Mobile di Palermo. Fondamentali per provare le accuse, le denunce di alcuni commercianti e il libro mastro delle estorsione trovato nella villetta di Giardinello in cui nel 2006 furono catturati i boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo. Uomo simbolo di questo processo e della resistenza al ricatto mafioso è Rodolfo Guajana. Il no al racket, l’imprenditore lo pagò vedendo andare il fumo il proprio deposito di vernici con due attentati incendiari: il primo nel 1994, il secondo nel 2007.
“Pagando il pizzo si finanzia la mafia permettendogli di comprare la droga o le armi o di dare soldi in usura – dice Guajana.- Chi paga si rende complice. Io sono credente e non posso andare in chiesa con le mani sporche di sangue dei giovani uccisi per mano criminale” continua l’imprenditore che nel processo si è costituito parte civile a differenza di altri commercianti che hanno preferito essere imputati di favoreggiamento pur di non confermare le denunce contro gli estorsori.
“Questa è una cosa grave – commenta Guajana – è un segnale negativo per tutti gli imprenditori che continueranno a pagare il pizzo sapendo di esser scagionati. Abbiate fiducia, questo voglio dire agli altri imprenditori. Anche se c’è una domanda che resta ancora senza risposta per me: dove sono i giovani cattolici? La chiesa deve prendere coraggio e intervenire, dire una parola forte contro la mafia”
Leggi e ascolta qui l’approfondimento di Ecoradio a Cura di Sabrina Pisu
* Ecoradio
Trackback dal tuo sito.