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Sos impresa: business da 135 mld per la prima Spa italiana

Fonte: Ansa il . Lazio

Un fatturato di 135 miliardi di euro
ed un utile di 70 miliardi. È il business della ‘mafia spà,
che nel 2009 ha rafforzato la sua posizione di prima azienda
italiana, in continua crescita con pesanti conseguenze per
commercianti ed imprenditori che subiscono 1.300 reati al
giorno, quasi uno al minuto. Queste le cifre del rapporto Sos
impresa presentato oggi da Confesercenti.
In tempi di crisi economica è di difficoltà di accesso al
credito, il Rapporto evidenzia il boom dell’usura nel 2009:
oltre 200mila commercianti colpiti (ma le posizioni debitorie
sono circa 600mila, indice di indebitamenti con più strozzini),
con un giro d’affari attorno ai 20 miliardi di euro. Esplode
l’usura di giornata con soldi prestati al mattino e ritirati con
una maggiorazione del 10% la sera. Il numero di denunce per
usura appare però «ancora assai esiguo rispetto alla
pericolosità del fenomeno criminale» (5.400 nel 2008).
Invariato il racket delle estorsioni: 150mila i commercianti
taglieggiati per complessivi 6 miliardi di euro. Il fenomeno,
sottolinea Confesercenti, non aumenta solo perchè si registra
un netto calo degli esercizi commerciali e l’aumento di quelli
di proprietà mafiosa. Ed anche il racket si adegua ai tempi,
diventando ‘pizzo in mascherà, con gli estorsori che aprono
partite Iva, ovvero camuffano l’attività criminale offrendo
beni o servizi legali: gadget costosi e inutili come calendari,
penne, agende; ma anche imponendo merci, servizi, manodopera. In
tempi di crisi si utilizzano anche altre forme, come contributi
all«organizzazionè in occasione di festività o organizzando
gratuitamente matrimoni o battesimi per la famiglia mafiosa.
Al primo posto degli interessi mafiosi compare l’edilizia in
tutte le sue fasi, ma è costante l’attenzione alle attività
commerciali e turistiche con particolare riguardo al franchising
ed alla media e grande distribuzione. Per quanto riguarda
quest’ultima, si evidenzia l’interesse delle mafie sui centri
commerciali, funzionali al riciclaggio di denaro sporco. Molto
seguito dai criminali è ancora il settore dei giochi e delle
scommesse e l’industria del divertimento. Una vera miniera è
poi rappresentata dai mercati ortofrutticoli che da sempre hanno
rappresentato un luogo naturale per gli affari delle mafie.
L’intero comparto agricolo, anche a causa della crisi grave
crisi economica che sta attraversando e che porta al Sud
migliaia di immigrati senza lavoro (vedi caso Rosarno), rischia
più di altri di essere aggredito dalle mafie. L’abigeato, ad
esempio, è un reato antico, ma in continua crescita. Ogni anno
spariscono circa 100mila animali, essenzialmente mucche e
maiali, ma anche cavalli, agnelli e pecore. Dall’antico al
moderno, la criminalità investe anche su internet: sono infatti
in costante crescita le frodi informatiche, in particolare la
clonazione di carte di credito ed il phishing.
La crisi economica, inoltre, non sembra toccare il mercato
del falso e della contraffazione, che movimenta un giro d’affari
di 7,8 miliardi di euro l’anno. Il 50% del fatturato
dell’industria del falso si riferisce a capi d’abbigliamento e
moda, seguito da pirateria musicale, audiovisivi e software.

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