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Nasce una rete per la Costituzione

Di Norma Ferrara il . Umbria

Tre giorni intensi di lavoro, ai piedi della cittadina ternana,  in difesa della Costituzione nel dibattito promosso da Articolo 21, per sostenere i 139 articoli che la compongono e della sua reale applicazione. Tante voci, tanti volti, ciascuno con la sua storia, le sue origini, le sue battaglie. Ma tutti legati da uno sguardo al futuro, una propensione a fare, una necessità impellente: far si che la Costituzione rimanga ancora la Carta che guida l’azione democratica e civile in questo Paese. Quella carta nata dall’oppressione, dalla resistenza, in cerca di libertà, solidarietà e giustizia.

Questi tre concetti ritornano in tutti gli interventi di Acquasparta: da quello del comitato dell’Ispra a quelli dei lavoratori di Casale Monferrato, da quelli che sui terreni confiscati alla Camorra, faranno nascere per il secondo anno consecutivo un Festival dedicato all’impegno civile contro tutte le mafie, alle  testimonianze giunte da Rosarno e dall’Aquila. Dalla Sicilia della battaglia contro il “Cuffarismo” sino alla condizione in cui versano i lavoratori del mondo dello spettacolo, cosiddetti “invisibili”.  Sono stati circa 70 gli interventi in questa due giorni, tutti volti ad  analizzare la scomparsa di alcuni diritti sanciti dalla Costituzione, il suo stesso indebolimento, la lacerazione avvenuta fra la politica e la società civile e la mancata applicazione della Carta costituzionale, a partire dal suo Articolo1.Tutte storie importanti che molto spesso vengono oscurate dal sistema radiotelevisivo pubblico e privato italiano.

Storie diverse ma obiettivi comuni. Un vero e proprio assalto alla Costituzione – ricorda Giulietti – è quello portato avanti negli ultimi anni da parte di un Presidente del Consiglio e della sua maggioranza che hanno svuotato giorno dopo giorno il sistema di valori e di leggi che sorreggono questa democrazia”. L’opposizione a questo progetto sembra sempre più partire spontaneamente dal basso, come dimostra anche la nascita di movimenti spontanei che su web riescono ad organizzare gruppi e iniziative reali, come quella del movimento viola. Anche ad Acquasparta i viola prendono la parola e Giulietti commenta – “ciascuno con i suoi linguaggi, con le sue storie, con i suoi percorsi, nati ieri o sedimentati nel tempo, comunicano lo stesso disagio chiaro e che non si può lasciare inascoltato. Non è possibile che per diventare notizia dei lavoratori che perdono il posto di lavoro ingiustamente, debbano salire sui tetti”. Dalla Tavola della Pace con l’intervento di Flavio Lotti che invita a “interrogarci sui nostri percorsi” passando per Libera e il suo impegno su tutto il territorio nazionale alle parole di Fauso Bertinotti che definisce la Costituzione “ormai non più applicata in nessuno dei suoi articoli” si snoda un dibattito che attraversa l’Italia e le tante Italie che la compongono. “Serve partire da un progetto di condivisione delle esperienze, dei percorsi, delle iniziative che già sono messe in campo, singolarmente, dalle tante realtà associative, spontanee, on line, che in questi ultimi anni, in particolare, sono scesi in campo, una su tutte il 3 maggio scorso – commenta Giulietti –  per ribadire il proprio no a questo progetto presidenziale e che mira a annullare i due organi di controllo: magistratura e informazione.

Un Paese governato dal sistema
mafioso
.
Ed è dalla voce di Roberto Morrione, presidente di Libera
informazione, che arriva la dura analisi di questo sistema che impasta corruzione, delegittimazione
della magistratura, e vede proliferare un business degli affari mafiosi.
Morrione ricorda: “ già alla fine degli anni ’80, l’allora
capo della polizia Parisi, lanciò l’allarme sul narcotraffico nel Paese
e il rischio, per l’Italiam di diventare uno stato simile alla Colombia. Oggi la situazione è peggiorata, c’è una vera e propria holding
criminale diffusa nel Paese. Tano Grasso, esponente della Federazione antiracket nazionale – continua Morrione – nel
2007 ha dichiarato che su 70 investimenti europei solo uno avviene nel
sud del Paese; questo crea un divario nettissimo ed è segnale di una grave anomalia”.  Parla di un radicamento mafioso, Morrione, che
attraversa lo stivale e non risparmia il nord Italia. A Milano, capitale
economica del Paese  la ‘ndrangheta ha fatto il suo ingresso stabile
e anche Cosa nostra da molti anni. Ma pochi giorni fa il Prefetto ha
dichiarato che “la mafia non esiste”. “Questa invece è una questione di fondo che tocca tutti i partiti politici, da nord a sud – commenta
Morrione. Nel  sud Italia, da decenni, vigono solo due regole: corruzione e voto di
scambio”. Serve smontare questo sistema, a partire dall’informazione
e dalla società civile. La stessa che scenderà in piazza il 20 marzo
a Milano per la Giornata dell’impegno e della Memoria e il prossimo
5- 6- 7 a Terni per la tre giorni sulle politiche sociali di “Strada
Facendo”.

 Magistratura e informazione. Nella giornata conclusiva di Acquasparta proprio il magistrato Antonio Ingroia
e Roberto Natale della Federazione nazionale della Stampa prendono la parola, in un dibattito coordinato dalla professoressa
Cinzia Dato.  “Il primo diritto violato nella vicenda del dl intercettazioni
è proprio quello a sapere all’informazione – dichiara il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia. Questo dl è stato preparato
con una apposita campagna mediatica che non ha risparmiato inesattezze
e mistificazioni. A partire dai costi  e dal numero delle intercettazioni,
di gran lunga inferiori e meno dispendiose dei quello che ha raccontato
questa campagna di disinformazione”. Il fatto che un magistrato come
Ingroia sia stato costretto a scrivere un libro per informare i cittadini
sull’uso delle intercettazioni telefoniche, la dice lunga – sottolinea
Cinzia Dato – anche sulla salute del sistema informazione in Italia.
“Quello sul dl intercettazioni è  una battaglia che la Fnsi
– risponde il presidente Roberto Natale – vuole portare avanti, dopo
il 3 maggio scorso, con sempre più forza e in comunicazione costante
con l’Anm. Questa è una battaglia che possiamo fare insieme – 
ricorda Natale – e che possiamo vincere, perché abbiamo più argomenti
del presidente del Consiglio su questi temi. Il 3 ottobre scorso in
piazza del popolo abbiamo raccolto una domanda che non viene solo dai
giornalisti ma dalla società civile e noi su questo intendiamo dare
una risposta forte e decisa. Spero che la Anm vorrà promuovere con
noi un appuntamento nazionale pubblico nel quale portare avanti queste
ragioni – conclude Natale. “Tutti i procedimenti attuali – chiosa Ingroia – dal
dl intercettazioni, al lodo Alfano, al processo breve, hanno in se l’obiettivo
di legittimazione del principio di diseguaglianza dei cittadini”

Tanti gli ordini del giorno finali della tre giorni di Acquasparta (leggi
qui il documento). Davanti all’assemblea  adesso si fanno strada 365 giorni di incontri e appuntamenti
in cui portare quest’esperienza, queste testimonianze e il loro valore,
saldamente ancorato, ciascuno a proprio modo, alla libertà, all’uguaglianza
e alla solidarietà.   

 

 


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