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Marsala, un consigliere comunale che aiutò un latitante

Di Rino Giacalone il . Sicilia



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Vicenda rimasta fuori da ogni clamore,
però c’è, ed è vera. A Marsala, il cui consiglio comunale un paio
di anni addietro si autosciolse per evitare lo scioglimento d’imperio
per inquinamento mafioso, siede un consigliere che è stato
condannato col rito abbreviato (18 mesi) per il favoreggiamento ad un
esponente di spicco della mafia locale. Il consigliere è Vito
Celestino Errera, il boss è Nino Rallo, catturato di recente dai
carabinieri.

Errera ha anche un fratello in carcere, sconta una
condanna per associazione mafiosa, era titolare di una impresa di
calcestruzzi che grazie ad una serie di artifizi e insospettabili
comolicità lui è riuscito a non farsi confiscare. In aula
consiliare si è posto il problema della compatibilità di Vito
Celestino Errera con il suo impegno consiliare per via della
condanna, la prefettura interpellata dalla presidenza del Consiglio
comunale ha osservato che per il genere di reato non c’è alcuna
norma che obbliga alla rimozione, il problema è solo di ordine
morale, attiene al senso di responsabilità del consigliere che però
sembra non volere mollare la poltrona.

E’ di questi giorni un
comunicato del presidio marsalese di Libera con il quale
l’associazione chiede al consigliere comunale Vito Celestino Errera
di lasciare il proprio incarico. “A chiedere il rispetto del
decoro delle istituzioni, nel nostro Sud, si passa spesso per
integralisti – dice Libera con il suo referente locale Salvatore
Inguì – Un atteggiamento rigoroso sul fronte della questione morale
dovrebbe invece essere una costante per tutte le forze politiche che
intendono dare il proprio contributo all’amministrazione della cosa
pubblica. Anche perché la storia del Meridione è da anni costellata
da ripetute commistioni tra rappresentanti delle istituzioni e
criminalità organizzata, come dimostrano i frequenti scioglimenti
per infiltrazioni mafiose di numerosi comuni della Sicilia, della
Calabria e della Campania.

Alla luce di ciò – prosegue Inguì – e
ricordando come anche la città di Marsala abbia corso in passato
questo rischio, scongiurato per due volte dall’auto-scioglimento
del Consiglio comunale, il locale presidio di Libera ritiene che la
classe politica dovrebbe prevedere un criterio molto chiaro nel caso
in cui uno dei suoi componenti fosse condannato in primo grado di
giudizio per reati particolarmente gravi: le dimissioni. Per questa
ragione, il presidio marsalese di Libera chiede al consigliere
comunale Vito Celestino Errera di lasciare il proprio incarico. Una
decisione che ci auguriamo Errera possa prendere nelle prossime ore
di sua spontanea volontà, ma che in ogni caso sarebbe bene che fosse
sostenuta e condivisa da tutto il massimo consesso civico”.
Libera è critica anche con il Consiglio comunale: “Abbiamo
constatato un eccesso di cautela da parte del Consiglio comunale su
questa vicenda. Un atteggiamento che auspichiamo possa essere
superato nella convinzione che la cittadinanza abbia bisogno, sempre
e comunque, di segnali chiari in circostanze di questo genere. E che
la logica del doppio binario non sia mai applicabile alla lotta alla
mafia. Riteniamo infatti impensabile elogiare il lavoro delle forze
dell’ordine e della magistratura quando arrestano i più pericolosi
latitanti ancora presenti sul nostro territorio e contemporaneamente
accettare la presenza in Consiglio comunale di un condannato per
favoreggiamento”.

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