NEWS

Miracoli di ‘ndrangheta

Di Chiara Spagnolo il . Calabria

Non produce reddito da più di 18 anni. Non viene da una famiglia benestante, non lavora, perché dal 2002 è detenuto nel carcere di Opera per scontare una condanna all’ergastolo, non ha ricevuto un’eredità da un parente defunto, né ha vinto al superenalotto. Eppure Guerino Iona è ricco, ricchissimo. Misteri di Calabria, miracoli di ‘ndrangheta. Il settantenne boss di Belvedere Spinello, piccolo centro della provincia crotonese, possedeva ville e auto blindate, un piccolo tesoro da ras di provincia, del valore di 3.5 milioni di euro, che nei giorni scorsi gli è stato tolto dal Tribunale di Crotone su sollecitazione della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.

La sua sfortuna è cosa d’oggi, la fortuna affonda le radici nel periodo a cavallo tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, quando Iona era alla guida di una delle cosche più potenti del Marchesato, impegnata in una guerra sanguinosa che lasciò a terra molti cadaveri.  Lui era il capo, ma non disdegnava di sporcarsi le mani di sangue, tanto che tra i reati contestati nell’ambito dell’inchiesta Ciclone, che gli sono costati la condanna all’ergastolo, oltre all’associazione mafiosa ci sono gli omicidi di Michele Primerano, Stefano Novello e Antonino Lo Monaco.

Le sue attività principali, secondo la ricostruzione degli investigatori, erano le estorsioni ed il traffico di armi. Nessun lavoro che potesse definirsi tale, né per lui né per la moglie, ma una capacità di muovere denaro che può ricollegarsi solo ad attività illecite. Una parte del tesoretto accumulato durante gli anni in cui il suo potere era indiscusso, sarebbe stata utilizzata durante la latitanza – lunga sei anni – resa più agevole dalla possibilità di utilizzare molti soldi, viaggiare su auto blindate e vivere in case di tutto rispetto, assicurandosi coperture fidate sul territorio. Ma anche dal carcere, il boss non avrebbe smesso di tirare le fila di attività lucrose, mantenendo i contatti con i suoi sodali tramite il figlio Martino e portando a termine una serie di fruttuosi investimenti, i cui frutti sono finiti sotto la lente d’ingrandimento dei carabinieri di Crotone.

Tra i beni sottoposti a sequestro c’è un fabbricato di 960 metri quadrati che si estende su quattro piani a Belvedere Spinello, un lotto di 488 metri quadrati a Santa Severina, una   villa sontuosa a Guidonia, un terreno di 500 metri quadrati a Belvedere. Il tutto acquistato da una famiglia che, per il fisco avrebbe potuto essere considerata quasi ai limiti dell’indigenza. Dagli accertamenti emerge, infatti, che Iona e la moglie negli ultimi diciotto anni non abbiano prodotto alcuna attività lucrativa, mentre le figlie avrebbero percepito redditi appena sufficienti a mantenere i rispettivi nuclei familiari ed il genero, a cui è intestata la villa di Guidonia, avrebbe guadagnato circa 1700 euro al mese.

 A fronte di queste entrate, il genero (secondo gli investigatori un prestanome del boss) ha versato un anticipo di 117.000 euro per l’acquisto dell’abitazione in provincia di Roma, che nel 2001 fu pagata  365 milioni di lire. Un evidente trucco, a detta della Dda di Catanzaro, che in realtà serviva a reinvestire soldi guadagnati con attività illecite. Finché il giocattolo si è rotto e qualcuno ha messo insieme tutti gli elementi, su Guerino, la sua famiglia e il loro tenore di vita, decisamente al di sopra delle possibilità. Così la festa è finita e i beni sottratti alla disponibilità di chi li possedeva. Solo un primo passo, a cui dovrà seguire la trasformazione del sequestro in confisca.

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link