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Rosarno, quello striscione contro la mafia

Di Norma Ferrara il . Calabria

“Basta un solo striscione per rappresentare tutto, non c’è bisogno di altro”. Con questa motivazione tre ragazze del liceo scientifico di Rosarno, hanno dovuto piegare e ritirare dal corteo, uno striscione, bianco con scritta di color blu, con le seguenti parole “Speriamo un giorno di poter dire: c’era una volta la mafia”, esposto durante la manifestazione antirazzista di ieri nel paese.  Parole che – evidentemente – a Rosarno, non si possono dire ancora oggi. Parole – secondo gli organizzatori – che sarebbero “fuori luogo” rispetto al tema della manifestazione. “La manifestazione è contro il razzismo? – esclama un cittadino – e allora che c’entra la mafia? “me lo spiega? dice rivolgendosi all’inviato del quotidiano “il Fatto”, Enrico Fierro.

La ‘ndrangheta non ha niente a che vedere con questi episodi di violenza: alla fine di questo si tratta. Ma questi giornalisti che vengono da “fuori” si sono intestarditi a volerla vedere a Rosarno, dietro l’aggressione ai migranti. Cosi non solo delle ragazze hanno ritirato lo striscione, ma nel discorso finale hanno persino negato di averlo mai avuto, di averlo mai esposto (presentandone invece altri due, che parlano di intregrazione e razzismo).

Gli organizzatori commentano: domani ai Tg sentirete parlare di questa storia legata allo striscione, solo per screditarci. In questi giorni i giornalisti sono stati accusati dai cittadini di aver raccontato in maniera “ingiusta” la rivolta degli africani e lo scontro con gli abitanti di Rosarno.

Oggi in effetti se ne occupano. D’altronde che uno striscione contro la mafia non si possa esporre in un paese  in cui gli africani, lavoratori stagionali, denunciano da anni la pressione dei boss sul territorio, è una notizia. Anche piuttosto sconcertante.  Che al silenzio, alla mistificazione dei fatti, vengano avviati ragazzi che dovrebbero essere il motore del cambiamento di un territorio, anche.

Il video, sulla piattaforma digitale di Youtube (Che trovate in basso a seguire) sta facendo il giro del web in poche ore.  Proprio questo si preferiva, invece, evitare ieri. Sono giorni difficili per i cittadini di Rosarno.  Da un lato  l’Italia scopre Rosarno, le sue storie, le contraddizioni. La ‘ndrangheta. Dall’altro Rosarno scopre cosa significhi essere  al centro dell’attenzione di media e giornali, non solo quando “scappa il morto”.  “Che poi, fra l’altro, come ricorda il giornalista – scrittore Antonello Mangano – qui non fa notizia nemmeno questo, perchè nessuno è sceso in piazza a protestare dopo l’uccisione, avvenuta con un colpo alla nuca, di un ragazzino di 14 anni”.

“Quanto è avvenuto a Rosarno è stato vergognoso – ha commentato Angela Napoli, membro delle Commissione parlamentare antimafia. E’ inaccettabile che durante una manifestazione, fatta per dimostrare che i cittadini di Rosarno non sono razzisti, non si accetti che alcuni  giovani mettano un cartellone del genere; ciò è molto grave”.  

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