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Cemento selvaggio

Di Peppe Ruggiero il . Campania

In Campania il cemento è  questione di camorra. Legale o illegale. Per cui mai disturbare il manovratore. Durante i giorni di Natale, ignoti sono entrati negli uffici del Sostituto Procuratore Giuseppe Lucantonio, nel Palazzo della Procura Generale di Napoli. Un vero e proprio blitz. Scassinata la porta che introduce  nella stanza dove si pianifica il piano di demolizioni che dovrebbe interessare oltre 500 ordinanze di abbattimento, mai eseguite. Un atto intimidatorio. Un  segnale preciso. Inequivocabile. 

Titolare dei processi di appello, Giuseppe Lucantonio si occupa di prevenzione e, in particolare, degli abbattimenti di manufatti abusivi.  Assieme al viceprocuratore generale Ugo Ricciardi (la cui stanza comunica con quella forzata da ignoti visitatori), Lucantonio fa parte della cabina di regìa voluta dal procuratore generale Vincenzo Galgano e dal procuratore aggiunto Aldo De Chiara per fronteggiare il cemento selvaggio nel Napoletano. Un avvertimento, quello di Natale,  che e’ stato  preceduto da una nota delle forze dell’ordine interna alla procura che consigliava di bloccare temporaneamente le demolizioni. Una fonte confidenziale informava i piani alti della Procura Generale di Napoli che nei comuni di Lettere e Gragnano, dove nelle prossime settimane erano previste demolizioni di manufatti abusivi, era pronto l’esplosivo per un attentato contro le ruspe. Una nota tenuta segreta.

Le due cose secondo gli investigatori sono strettamente collegate . La scientifica sta cercando di capire se sono stati manomessi documenti e prelevati file dai computer dei due magistrati.  Le indagini proseguono. La pista è quella della criminalità organizzata. Da sempre in Campania l’intero ciclo del cemento è nelle loro mani.  Cemento armato. Lavanderia per riciclare soldi sporchi. Per controllare il territorio. Un giro d’affari di centinaia di milioni di euro. Dal movimento terra al calcestruzzo. Tutto in mano loro. E non e’ un caso che in terra di Gomorra, escluso il distretto di Salerno, sono almeno 30 mila le ordinanze di demolizione, frutto di sentenze passate in giudicato. Altrettante le sentenze prescritte, per le quali sarà revocato l’ordine di demolizione e l’iniziativa tornerà ai Comuni. Una città illegale. Completamente abusiva. Che anno dopo anno cresce alla media di 6000 case abusive. E che dopo anni di stasi, la magistratura prova a buttare giù. Con le ruspe di Stato. Contro le quali l’antistato criminale risponde in modo violento, minaccioso. Avvertimenti e tritolo. Come nelle migliori stagioni della criminalità organizzata. Ma dalla Procura i segnali sono chiari: avanti con maggiore determinazione.

E’ in gioco l’ennesima partita per la legalità e la giustizia. Ruspe contro il cemento dei boss. Una partita che non prevede il pareggio, ma sola la vittoria. Una sola vittoria quello dello Stato. Senza chinare la testa e con l’aiuto di tutti. A partire da quella  politica, che a Napoli come a Roma, è “distratta” dalle vicende di primarie, coalizioni ed elezioni.  E proprio il caso di dirlo: mentre Sagunto brucia, a Roma si discute. E la camorra festeggia…aggiungiamo noi.

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