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La terribile morte di un ragazzo perbene

Di Gaetano Liardo il . Sicilia

 E’ stato ritrovato sepolto in un bosco nelle campagne di Niscemi, lo scorso settembre, Pierantonio Sandri il ragazzo di 19 anni scomparso nel nulla il 3 settembre 1995. Una morte orribile, e senza spiegazioni, figlia della violenza e dell’efferatezza mafiosa. «Ridatemi mio figlio», è stato l’urlo di dolore della madre, Ninetta Burgio, che non ha mai smesso di cercare Pierantonio, scontrandosi spesso con una dura coltre di silenzio. «Pierantonio – ha scritto la madre in una lettera aperta – è un bravo ed onesto giovane che stava crescendo per entrare nel mondo degli adulti. Mio figlio è cresciuto dentro una famiglia che lo aveva educato nel rispetto dei valori della solidarietà, dell’accoglienza e della legalità. Purtroppo anche per questo Pierantonio ha trovato la morte».

Pierantonio era un ragazzo normale, che è stato ucciso dalla mafia. Perchè? In paese sono stati in molti a cercare una risposta, ma di risposte non ne sono arrivate. Quale interesse  ha avuto la criminalità organizzata ad eliminarlo, occultandone il corpo per 15 anni? Avrà visto qualcosa che non avrebbe dovuto vedere? Nessuna risposta appunto, e tanto silenzio. Solo grazie alle dichiarazioni di un pentito, di qualche anno più giovane di Pierantonio, e all’epoca dei fatti minorenne, gli inquirenti sono riusciti a ritrovare i resti. Ma non la spiegazione di un delitto talmente atroce e inspiegabile, in una realtà, Niscemi, dove di sangue ne è stato versato tanto.

La mafia ha sparato, ha sparato contro la Stidda per riprendere il controllo del territorio, ha sparato contro chi le dava fastidio e ha sparato contro gli innocenti. Colpevoli solo di trovarsi nelle traiettoria del proiettile. Anni di sangue e morti che hanno suggellato il controllo economico e politico del paese da parte delle organizzazioni criminali. Il Consiglio comunale è stato sciolto per ben due volte, e la lunga mano di Cosa nostra sta soffocando la sempre più fragile economia del paese.

«La morte di Pierantonio Sandri deve fare riflettere la nostra comunità sulla violenza delle organizzazioni mafiose», dichiara il sindaco Giovanni Di Martino, impegnato a portare avanti una battaglia di legalità, difficile da condurre quando si ha difronte una classe politica quanto meno sorda, facile ai trasformismi e ai cambi di casacca, a promesse elettorali interessate e a connivenze.

Una riflessione che deve coinvolgere la gente onesta di Niscemi, a cui devono fare da cornice le frasi di Pierantonio conservate con cura dalla signora Ninetta: «l’uomo non ha più rispetto di se stesso e del prossimo, bisogna essere convinti che il nostro futuro sarà più certo, se si preparano i giovani, se li si fa diventare responsabili e trasparenti. Arrivo a chiedermi se non ci sono altre strade diverse dalla violenza, serve che ognuno di noi tenti di non essere passivo a ciò che vede, mostrando agli altri che bisogna avere attenzione al dolore, anche quando non è il nostro».

Un invito affinchè  Niscemi non sia più passiva, per non ritrovarsi a piangere altre terribili morti di ragazzi perbene.

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